San Giovenale 2012
Signor Sindaco, autorità,
carissimi sacerdoti e diaconi, fratelli e sorelle,
abbiamo ascoltato le parole dell’apostolo Paolo: “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue”(At 20,28). San Giovenale ha vegliato su Narni e sui suoi abitanti. E la città come anche i narnesi ne hanno sentito il beneficio. E’ stato il buon pastore di Narni perché non ha pensato a se stesso e ha speso la sua vita perché Narni fosse salda e nella pace. Lo compresero i nostri antichi quando lo scelsero come Patrono. E saggiamente i narnesi cantarono e noi continuiamo ancora: “Su Narni vigila, sui figli tuoi”. Oggi queste parole risuonano in maniera tutta particolare. Noi le cantiamo perché sappiamo che egli non è stato un mercenario, non ha fatto il guardiano per fare soldi. Sì, care sorelle cari fratelli, dobbiamo avere sempre davanti ai nostri occhi l’esempio di San Giovenale. E’ il senso di questa nostra celebrazione. Tutti ci siamo radunati in cattedrale, per cogliere almeno un poco del suo spirito di pastore e guardarci da uno spirito mercenario. E al termine della santa Messa, quando cammineremo per le vie di Narni seguendo le sue reliquie, vorremmo averlo accanto a noi per seguire il suo esempio nelle nostra vita di tutti i giorni.
E’ vero che i tempi di oggi sono diversi da quelli di San Giovenale. E tuttavia il nostro ritrovarci qui – se guardiamo bene in fondo e non ci lasciamo solo allettare da vuote rievocazioni – è il desiderio di rivivere il suo spirito, di ritrovare la sua protezione, di riuscire a delineare con maggiore chiarezza il futuro di Narni e di sperare un futuro migliore per le nostre famiglie e i nostri ragazzi. La crisi che stiamo vivendo – e che certamente ha orizzonti ben più vasti che quelli del nostro territorio – è comunque amara e coinvolge anche nostre responsabilità. La crisi grava sulle spalle delle nostre famiglie che talora fanno fatica a giungere alla fine del mese, si abbatte su un numero crescente di operai che perdono il lavoro, pesa su imprese che facilmente chiudono o che fanno fatica a resistere ai tempi, rende quasi impossibile la ricerca del lavoro. E potremmo continuare la lista dei dolori. E dobbiamo essere attenti a non permettere che i motivi di speranza che abbiamo visto sorgere qui a Narni e che hanno acceso qualche luce di speranza non siano schaicciti da lentezze e appesantimenti.
Dobbiamo irrobustirsi la nostra preghiera a Dio perché cresca la solidarietà tra noi ed acnhe l’intelligenza e la passione per indivuduare le vie del nostro futuro. Quando Terni fu assediata dai barbari che volevano conquistarla, Giovenale organizzò la difesa invitando i cristiani a raccogliersi in preghiera per chiedere a Dio l’aiuto. E si racconta della tempesta che si scatenò a seguito di quella preghiera concorde sugli invasori costringendoli ad allontanarsi. Tutti i narnesi, vedendo il nemico fuggire, si raccolsero nella chiesa ove i cristiani si erano radunati per la preghiera e qui Giovenale celebrò una Messa di ringraziamento. E visto che le particole consacrate non bastavano per la comunione della numerosissima folla che era venuta avvene la moltiplicazioone delle ostie perché tutti potessero comunicarsi. Si fece così davvero una “comune unione”. E la città fu salva. La difesa di Narni non si basò sulla violenza delle armi, ma sulla preghiera e sulla “comune unione” di tutti.
Care sorelle e cari fratelli, non è un esempio che deve farci riflettere? Non dovremmo prendere più sul serio questo episodio così chiaro? Oggi ci raduniamo per pregare per Narni e per il suo futuro. Dobbiamo continuare a farlo. Ecco perché non cesso di insistere a ritrovarci la domenica per la Santa messa. Si potrebbe dire che più cresce la frequenza alla Messa più cresce la vita della città, ma anche il contrario, ovviamente, meno ci raduniamo attorno al Signore e meno cresciamo nell’amore. Sono lieto nel vedere che nell’intera Diocesi stia crescendo la partecipazione alla Messa dei genitori con i propri figli. E mi rallegra sapere che anche qui a Narni la catechesi stia coinvolgendo le famiglie con i loro ragazzi. Cari genitori, siate per i vostri figli come San Giovenale era per la città. Sì, vegliare sui figli vuol dire accompagnarli davanti al Signore. Ne hanno bisogno! Che orrore la notizia di quel bambino disabile che a Terni veniva malmenato dai suoi stessi genitori! Certo si guardavanop bene quei genitori dall’andare a Messa! Cari amici, c’è bisogno di ridare a Dio il suo primato nella nostra vita. Altrimenti ciascuno pone davanti a sé quel che gli sembra più importante. Cosa pongono davanti a loro stessi quei giovani che si lasciano andare al vino e all’alcool e quindi alla violenza? E ci sono tra loro anche adolescenti e comunque minori. Mi chiedo se in quell’abbandonarsi all’ubriachezza non ci sia il bisogno di un amore e di un ideale che non trovano! Credo sia inevitabile: l’assenza di ideali, l’assenza di Dio, non è mai positiva. Ecco perché ritengo urgente ogni impegno perché Gesù torni ad essere il Signore della vita sia personale che sociale, perché l’amore torni ad essere la forza delle nostre azioni. Se non c’è Dio, permetteremo ad altri “signori” di prendere il suo posto. E non sono certo benevoli.
E’ bello allora che nel cuore dei festeggiamenti di san Giovenale sia stato previsto anche il pranzo dei poveri qui in cattedrale come momento alto di quella carità che mi auguro cresca sempre più a Narni. Penso anche al doposcuola per il sostegno scolastico ai ragazzi, penso alla prossima apertura della casa “Emmanuel” e alle altre iniziative ancora. C’è bisogno che cresca comunque l’amore tra noi; che impariamo a vivere anche per gli altri e non solo per noi stessi. Questo lo apprendiamo ascoltando il Vangelo e venendo a scuola da San Giovenale che visse come un pastore buonoi e non come un mercenario. Lo spirito mercenario, purtroppo, può attecchire facilmente anche nei nostri cuori. Se abbassiamo – lasciatemi dire così – le difese immunitarie del cuore, ossia se non lo alleniamo ad essere aperto agli altri, il virus del pensare solo a noi stessi si trova campo aperto. E ne restiamo tutti ammorbati.
La stessa scadenza elettorale deve trovarci avvertiti a non sottrarci all’impegno per il bene comune della città di Narni. E’ ovvio che non spetta a me entrare nel dibattito. Ma non posso sottrarmi nell’esortare tutti a comprendere la grande responsabilità che è posta nelle nostre mani di cittadini anche con l’esercizio del voto. Certo, mi auguro che non tutto termini con la chiusura dei seggi e dei risultati del voto. E’ indispensabile che gli eletti e gli elettori continuino un dialogo perché il bene comune sia garantito. E’ un impegno civile che richiede una consapevolezza ben più matura di quella che a volta si ha. E lo dico in particolare ai cattolici. Sappiamo infatti che la nostra fede per sua natura è sociale, ossia è tesa al bene comune di tutti. C’è bisogno di vincere quell’individualismo anche religioso che può annidarsi anche tra noi e indebiolisce la responsabilità verso il bene della città.
Cari amici, San Giovenale ci aiuti a scendere ancor più in profondità nella nostra fede. Tra poco scenderemo, il vescovo e il sindaco, a portare accanto al suo corpo l’olio perché la lampada accanto a lui sia sempre accesa. Sì, è un piccolo gesto dal profondo significato. I tempi non sono facili e la nostra vita è assediata dalla crisi: quell’olio sia l’impegno di ciascuno di noi a non cessare di stare accanto a San Giovenale e assieme a lui invocare il Signore, pastore buono, perché aiuti e sostenga in questi difficili momenti la nostra città e le nostre famiglie.