Notte di Pasqua

Notte di Pasqua

Care sorelle e cari fratelli,



ancora una volta un angelo ha annunciato il Vangelo della risurrezione. Due donne si recano al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana. Esse erano venute a Gerusalemme dalla lontana Galilea; avevano accettato l’invito di Gesù a seguirlo e a strare con lui. E lo avevano seguito lungo tutti gli anni della sua vita pubblica fin sotto la croce. Ed ora, dopo la sua morte, mentre tutto ormai sembrava finito dietro quella pietra pesante, volevano compiere un ultimo atto d’amore verso il corpo senza vita del loro maestro. Non avevano ceduto alla paura, come i discepoli, i quali prima erano fuggiti e poi si erano ritirati nella sicurezza di luoghi appartati. Loro, invece, due povere e deboli donne, non potevano separarsi da quel maestro che le aveva capite e che le aveva amate come nessun altro. Esse si erano lasciate travolgere dall’amore di Gesù. Non seguirono la fredda logica razionale dei discepoli e seguirono il loro cuore: non volevano lasciare Gesù neppure da morto. E’ una lezione per noi che ci dimentichiamo così facilmente di Gesù anche da vivo.


Questa notte, anche noi, come quelle due donne, dopo aver accompagnato Gesù nel cenacolo e poi sulla croce veniamo accolti in questa santa liturgia per poter vivere assieme il mistero della Pasqua. E l’angelo bianco che ha rotolato la pietra, anche a noi ha detto: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto”. Sì, quelle due donne forse avevano dimenticato le parole di Gesù, così come tante volte anche noi dimentichiamo la Parola di Dio presi come siamo da noi stessi e dalle nostre preoccupazioni. Ma questa notte l’angelo nuovamente ha ripetuto l’annuncio della risurrezione, della vittoria di Gesù sulla morte. E’ una annuncio che non si ferma a quelle due donne, non si chiude nelle mura della nostra cattedrale, non riguarda solo noi. L’annuncio della risurrezione è per il mondo intero, è per l’intera creazione, ecco perché il Vangelo parla di un terremoto. Sì, la risurrezione è un terremoto che vuole cambiare il mondo, che vuole rovesciare i nostri cuori e preparare un mondo nuovo, un mondo dove la guerra non ci sarà più, dove gli odi saranno cancellati, dove la violenza non si affaccerà più, dove i poveri non saranno più umiliati, dove i bambini e le bambine cresceranno in pace. E’ il grande sogno della risurrezione. La fede nel risorto ci fa vivere fin da ora e ci fa sperare per tutti: la tombe potranno essere aperte.


Questa notte noi celebriamo la tomba che si apre e la vita che risorge. Ogni comunità cristiana è chiamata ad essere un luogo d’amore, anzi a traboccare d’amore, perché la morte sia vinta e cresca l’amore per gli altri, per i fratelli, per i poveri, per i vinti, per i malati, per tutti. Non possiamo più indugiare. C’è fretta. C’è fretta a Gerusalemme, ove l’angelo bianco ha la sua veste macchiata del sangue di questi mesi; c’è fretta in Afganistan perché sia sollevato non solo dalla guerra ma anche dalla tragedia del terremoto; c’è fretta per i tanti profughi che vedono spesso la loro vita stroncata. Ecco, ancora una volta, ci sono davanti quelle due donne. Dobbiamo seguirle nella fretta con cui lasciano il sepolcro. Esse avevano compreso che Gesù non era morto e che sarebbe rimasto con loro per sempre: e andarono di corsa a dirlo agli altri discepoli. E’ l’urgenza di comunicare il Vangelo a tutti. Noi abbiamo rallentato il passo; la nostra andatura non va con quelle donne ma con i nostri interessi e la nostra pigrizia. C’è bisogno di sveltire il passo, di correre per annunciare al mondo che l’amore vince sulla morte.


Accogliamo la voce dell’angelo e uniamoci alla fretta di quelle due donne. per dire al mondo che la morte non ha più potere sulla vita, che le tombe di questo mondo non sono più chiuse per sempre! Il Signore è risorto. Non dubitiamo, non restiamo diffidenti. Terni ha bisogno che il Vangelo della risurrezione sia annunciato; ha bisogno che i cuori delle donne e degli uomini si aprano ad una nuova speranza; ha bisogno che sia tolta quella pietra pesante sulla vita di tanti che non sanno più dov’è la felicità. Impariamo a non restare fermi nelle nostre abitudini, a non seguire solo le nostre convinzioni, a non restare bloccati nelle nostre pigrizie. Lasciamoci scuotere il cuore dal vangelo e il Signore stesso, come accadde alle due donne, ci verrà incontro, vincerà la nostra paura, e ci parlerà direttamente al cuore donandoci lui stesso la forza per essere testimoni del suo Vangelo di amore e di pace. Care sorelle e care fratelli, non dimentichiamo il segreto di questa notte, non sprechiamo il segreto di questi giorni, non sviliamo il dono che abbiamo ricevuto. Custodiamolo gelosamente nel cuore e spargiamolo come seme di risurrezione e di vita ovunque il Signore ci invia. Terni è per noi la Galilea, il luogo ove annunciare la risurrezione, ove essere uomini e donne piene d’amore. Qui a Terni, la nostra Galilea, potremo vedere Gesù se ascoltiamo l’angelo di questa sera.