Nobel per l’economia alla Famiglia. E che sia quotata in Borsa!

Roma, 24 gennaio 2018. La crisi della famiglia italiana (denatalità, nucleo monoparentale, carenza di misure a sostegno) si affonta con una «svolta culturale, politica, economica». «Bene è stato fatto in passato a proporre il Nobel per l’Economia e la quotazione in Borsa per l’istituto familiare. Perché la famiglia è la prima impresa, la risorsa più importante delle nostre società».

Lo ha ribadito mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi Scientifici su Matrimonio e Famiglia. L’intervento di mons. Paglia si è svolto a Roma mercoledì mattina durante la tavola rotonda con diversi deputati e senatori, nell’ambito del Convegno Famiglia prima impresa organizzato dall’Ente Nazionale per il Microcredito presieduto dall’on. Mario Baccini.

«La società e lo stesso mondo dell’impresa – ha osservato mons. Paglia – normalmente sfruttano la famiglia e neppure le riconoscono quel che essa già offre. Non la considerano come una impresa, non ne riconoscono i diritti che un’impresa può avere. E quindi si privano di un importante volàno dell’economia».
Da soli si diventa tutti più deboli, ha proseguito mons. Paglia. «L’enorme fatica che tante coppie, tante famiglie, incontrano nel condividere un progetto comune che duri per sempre ha, tra le sue motivazioni, anche la tentazione di pensarsi autosufficienti e di impostare la vita come l’avventura di un “io” che non sa diventare un “noi”».

Far parte di una famiglia «significa essere spinti ad un primo e decisivo passaggio dall’io al noi. La famiglia impone una visione di lungo termine e un impegno il cui obiettivo trascende il benessere individuale. C’è un marito a cui pensare, una moglie da considerare, dei figli per cui investire, e così oltre. Amare e voler costruire una famiglia, infatti, significa “investire”, e con generosità, la propria vita sulla famiglia e il suo sviluppo. È senza dubbio una decisione difficile visto che si tratta di una scelta che richiede dedizione, cura, sacrifici, in una parola un progetto comune che vada oltre la singola esistenza. Ma tutto questo – ne sono convinto – ha un riscontro e un effetto anche nel mondo dell’economia».

L’imprenditore di successo non è mai una donna o un uomo che si pensano soli e unicamente proiettati sul presente. «La capacità di fare sistema, di entrare in un rapporto con l’altro e con la sua visione del mondo, hanno un indiscusso valore per la realizzazione di successi anche economici. Una buona famiglia, con relazioni sane e mature fondate sull’amore più autentico, è anche un piccolo modello di soggetto che sa fare “economia”, che sa cioè mettere a frutto nel modo migliore – cioè più economico – le risorse dei singoli membri per il bene di tutta la società».