IV settimana del Tempo di Pasqua – Venerdì

Mc 6,14-2

Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui». Altri invece dicevano: «E’ Elia»; altri dicevano ancora: «E’ un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!». Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista». Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.Subito il re mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa.La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Erode cercava di bloccare la predicazione di Giovanni perché le sue parole lo interpellavano, giudicavano i suoi comportamenti e pretendevano da lui un cambiamento di vita. Il suo cuore man mano si indurì e cadde vittima delle pretese omicide della figlia, istigata da Erodiade. Erode volle essere più forte delle parole del Battista e cercò di tacitarlo, lasciandolo infine uccidere. Ma non riuscì ad eliminare la Parola. Gesù avrebbe portato a compimento la predicazione del Battista, sì che davvero si poteva dire: “Quel Giovanni che ho fatto decapitare è risuscitato”. La predicazione riprendeva il suo cammino per le strade del mondo senza nessuna altra forza che se stessa. Il Vangelo chiede solo di essere ascoltato e accolto nel cuore. Noi possiamo ritenerci più forti della predicazione, come Erode. Ma priveremmo della luce noi stessi e gli altri. L’evangelista viene a dirci che il Vangelo è più forte della forza dei tanti Erode di questo mondo.