“Il sinodo? Non ribadirà dottrine, ma troverà soluzioni”

di Giacomo Galeazzi

“Al Sinodo dei vescovi sulla famiglia non si tratta semplicemente di ribadire dottrine ma di trovare soluzioni: per i divorziati risposati e per tutti”. L’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia indica a “Vatican Insider” obiettivi e significati della storica assise di ottobre dedicata alla famiglia e alle sue sfide.

Quali sono le prospettive per il Sinodo sulla famiglia?

“Il Sinodo deve attrezzarsi come un ospedale da campo per sanare le tante ferite aperte e per sostenere un futuro più robusto. All’insegna della misericordia. Sono in campo questioni fondamentali, non più rinviabili. Quando fu eletto Papa, Karol Wojtyla convocò il suo primo sinodo proprio sulla famiglia poi il 13 maggio 1981 istituì il pontificio consiglio per la famiglia e non fu in grado di darne l’annuncio perché ci fu l’attentato in piazza San Pietro. Fu come un sigillo. E il giorno della canonizzazione, Francesco ha affidato il sinodo sulla famiglia a Giovanni Paolo II”.

Perché la famiglia è una priorità per la Chiesa?

“La famiglia è un tema che in qualche modo si impone ai Papi. E i Pontefici lo rilanciano. Benedetto XVI ha aperto il sinodo sulla nuova evangelizzazione con una fondamentale omelia sulla famiglia. Inoltre più di cento padri sinodali sostennero che la famiglia è uno dei soggetti principali della nuova evangelizzazione. Appena ha preso possesso del pontificato, Francesco  si è trovato sul tavolo il tema della famiglia, esploso proprio durante i lavori del sinodo sulla nuova evangelizzazione.  E ha deciso di celebrare non uno ma due sinodi sulla famiglia”.

Base e vertice sono spaccati sulle possibili soluzioni alla questione dei divorziati risposati?

“Si tratta evidentemente di una questione che coglie la sensibilità ecclesiale dal basso e che non è imposta dall’alto. In maniera assolutamente inaspettata, i questionati inviati nelle conferenze episcopali hanno ottenuto una grandissima partecipazione da parte dei fedeli di tutto il mondo. Occorre partire da quelle molte migliaia di risposte. Senza dubbio l’interesse per la famiglia riflette la centralità di questo tema nella vita concreta delle persone. Le attese da parte dei fedeli sono fortissime”.

E’ una discussione tutta interna al mondo cattolico?

“Tutt’altro. E’ singolare ed estremamente significativo che sia le attese sia l’interesse per il sinodo sulla famiglia vadano ben oltre i confini ecclesiali al punto da incontrare l’attenzione delle altre Chiese cristiane, delle altre religioni e dello stesso mondo laico. Ovviamente l’intenzione pastorale di papa Francesco colora il Sinodo di una dimensione di concretezza e suscita attese inusitate prima d’ora”.

Come reagiranno i vescovi a questa sfida?

“Certamente i vescovi si trovano di fronte ad una sfida che è eminentemente pastorale e quindi con risvolti, decisioni e linee operative che toccano e riguardano i tanti aspetti della vita che ruotano intorno al matrimonio, alla famiglia e alla vita. Sono fiducioso che saremo all’altezza della missione che ci attende”.

(da Vatican Insider)