Famiglia: Benin, conclusa la visita di mons. Paglia e mons. Sequeri all’Istituto teologico Giovanni Paolo II di Cotonou
Si è conclusa questa mattina la visita all’Istituto teologico Giovanni Paolo II di Cotonou da parte di mons. Pierangelo Sequeri e mons. Vincenzo Paglia, rispettivamente presidente e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia di Roma a cui l’Istituto beninese è affiliato. Paglia ha ribadito che l’Istituto teologico Giovanni Paolo II di Cotonou, sezione per l’Africa francofona, “ha il compito di guardare a tutta l’Africa”. Da parte sua, mons. Sequeri ha evidenziato che una delle specificità dell’Istituto in Benin “deve essere il dialogo con la cultura a tutto campo e quindi il dialogo tra la teologia e le scienze umane”. Incontrando i docenti, mons. Paglia e mons. Sequeri sono stati informati degli sviluppi delle attività formative in corso. Il vice Gran Cancelliere, l’arcivescovo di Cotonou mons. Roger Houngbedji, e il vice Preside, padre Philippe Kinkpon, hanno evidenziato le “specificità” dell’Istituto: la presenza di studenti di diverse nazioni ed etnie ed anche di protestanti, che imparano a rispettarsi e collaborare e il nuovo baricentro formativo che si allarga dai temi strettamente inerenti al matrimonio per comprendere le questioni antropologiche connesse. “In Africa dove il ruolo delle donne non è riconosciuto – ha notato il vice Gran Cancelliere – abbiamo voluto fortemente la presenza di alcune docenti e di una suora tra queste. In Africa non è scontato che una suora insegni ai sacerdoti”. Per quanto riguarda i temi della pastorale del matrimonio e della famiglia e l’accoglienza dell’Amoris Laetitia, padre Kinkpon ha sottolineato come nel dialogo tra teologia e scienze umane si stia preparando l’inserimento di formatori laici sui temi propri delle scienze sociali.
A conclusione del viaggio, mons. Paglia ha ribadito che oltre alla formazione è prioritario “che studenti e docenti vivano una profonda esperienza spirituale di Chiesa e di comunità cristiana. E l’Istituto deve sempre di più porsi come punto di riferimento per l’Africa”.