Documento sul Coronavirus, intervista con RaiNews 24
“In questo momento drammatico sono molto importanti anche i gesti, come quello di venerdì scorso in cui il PApa – da solo – aveva davanti il mondo. E ci ha dato una grande speranza”
Questa mattina ha consegnato al Papa un documento redatto da 163 accademici dal titolo “Pandemia e fraternità universale”. Che tipo di riflessione avete promosso e quali azioni serviranno dopo?
“Noi dobbiamo anzitutto prendere lezione da quello che sta accendendo, se pensiamo che un organismo neppure vivente come il Coronavirus ha messo in ginocchio tutto l’uomo in tutto il mondo. Un uomo è che arrivato sulla Luna e che arriverà su Marte. Allora comprendiamo la nostra fragilità: non siamo onnipotenti e abbiamo riscoperto assieme che siamo legati gli uni agli altri, inseparabilmente. E questa è una grande lezione per oggi e per domani. Chi pensa di salvarsi da solo sbaglia. Ecco perché di fronte alla pandemia è indispensabile una fraternità. Questo deve dare indicazioni alla politica, alla cultura, alla società e anche alle nostre relazioni umane: sentiamo il bisogno di stringerci e stare vicini gli uni agli altri”.
Queste parole aprono una riflessione su una serie di settori: lei ha citato la politica e ovviamente si apre una riflessione molto più ampia sull’etica dei comportamenti che apre questa crisi. Che atteggiamento morale si apre di fronte a questa emergenza?
“Io credo che l’atteggiamento di fondo sia quello di prendersi cura gli uni degli altri, di essere responsabili della vita di tutti e non solo della propria. Che cosa abbiamo fatto mettendo i nostri anziani negli istituti? Diceva Don Benzi: “Dio ha creato la famiglia, gli uomini hanno creato gli istituti. Dobbiamo riconsiderare i legami famigliari, di amicizia, di solidarietà e questo in tutte le prospettive di vita sociale e credo che – grazie a Dio – lo stiamo iniziando a capire: dobbiamo metterlo in atto”