Discorso di apertura dell’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la vita 2020
Gentili Professoresse,
Egregi Professori,
Eccellenze,
care amiche e cari amici,
l’anno trascorso è stato intenso e ricco per la vita di ognuno di noi e dell’Accademia intera. Di vero cuore vi ringrazio anzitutto per il vostro quotidiano lavoro scientifico, che proprio perché si pone come laboriosa ricerca di verità, è a servizio della vita umana. Grazie per le vostre ricerche, le vostre pubblicazioni, i molti eventi che avete promosso o cui avete partecipato, i gruppi di lavoro interni all’Accademia. Questo immenso, qualificato e appassionato lavoro di ricerca è il primo e vero servizio prezioso che ogni accademico rende alla Chiesa e al mondo intero.
Anche per l’Accademia in quanto tale il periodo trascorso dall’ultima assemblea generale è stato particolarmente intenso e ricco di eventi. È stato anche l’anno del nostro XXV compleanno, occasione per cui Papa Francesco ci ha scritto la lettera Humana Communitas, ultimo di molti interventi che i Pontefici in questi anni hanno rivolto all’Accademia e che abbiamo raccolto in un volume corredato da un significativo indice analitico che uscirà nei prossimi giorni.
Purtroppo quest’anno è stato segnato anche dalla scomparsa del Card. Elio Sgreccia che ha con generosità profuso le proprie energie per lungo tempo al servizio della Pontificia Accademia per la Vita e della Bioetica. Lo ricorderemo insieme ufficialmente oggi pomeriggio, attraverso le parole del professor Spagnolo che sin d’ora ringrazio.
Cura e accompagnamento nel passaggio della morte
Il tema della cura della vita in prossimità della soglia della morte e delle questioni etiche connesse è stato certamente per l’Accademia uno dei principali filoni di ricerca e lavoro: voglio qui ricordare solo i principali eventi, frutto di un lavoro di ricerca importante e condiviso che merita di essere evidenziato.
Lo scorso settembre abbiamo siglato in Vaticano (era la prima volta che accadeva un fatto simile) una Dichiarazione congiunta delle tre religioni abramitiche sul fine vita. Tale evento è, a mio parere, importante per due motivi. Anzitutto perché, in un momento come questo in cui il dibattito su questo aspetto cruciale dell’esistenza umana è così acceso in tutto il mondo, un segnale comune e concorde dei responsabili di tre grandi religioni è particolarmente forte ed efficace. In secondo luogo abbiamo mostrato che, quando si mette al centro dell’attenzione la vita reale degli uomini e delle donne, il dialogo interreligioso non solo è possibile ma porta frutti di bene. Questa firma non sarebbe stata possibile senza l’opera del nostro accademico, il rabbino Steinberg, che ringrazio di vero cuore. Ora appare a tutti evidente l’opportunità di aver scelto quali accademici personalità di diverse tradizioni religiose. La Dichiarazione è stata già firmata anche dai responsabili delle tre religioni abramitiche a Buenos Aires, grazie alla efficace mediazione di Mons. Bochatey. Sempre nell’ottica di una collaborazione tra tradizioni e culture diverse voglio poi ricordare il congresso dedicato alla salute degli anziani (con particolare attenzione alle cure palliative loro dedicate) realizzato in partnership con WISH, il ramo sanitario della Qatar Foundation.
Non vanno infine dimenticate le diverse presentazioni internazionali del White Book sulle cure palliative (tradotto già in 4 lingue), l’avvio di un gruppo di studio sulle cure intensive e la rianimazione in ambito neonatale, il lavoro con i rettori di numerose università, affinché sia dato alle cure palliative il doveroso spazio nei corsi di medicina. Sempre all’interno di questa prospettiva riguardante le cure palliative, desidero ricordare il convegno organizzato in Portogallo cui parteciperà il Presidente della Repubblica portoghese e il Presidente Mondiale della World Medical Association, e il già accennato incontro con i Rettori delle università italiane il prossimo marzo a Milano. Siamo anche a disposizione per promuovere e organizzare nuove occasioni in cui firmare la dichiarazione interreligiosa sul fine vita.
Alcuni altri appuntamenti
Proprio l’ottimo rapporto di collaborazione instaurato con la World Medical Association ha permesso inoltre di organizzare qui a Roma, il maggio prossimo, una giornata di studio sul tema dei vaccini, questione attualissima come vediamo proprio in questi giorni, in cui la diffusione del coronavirus ci ha toccato da vicino. E colgo qui l’occasione per ricordare le vittime cinesi, coreane, iraniane, italiane di questa malattia e per pregare, in sostegno anche delle loro famiglie, il Signore della Vita; con loro ricordiamo anche quanti ogni giorno muoiono per malattie che non sappiamo ancora curare e per quella moltitudine di malati che muoiono perché le ingiustizie presenti nel nostro modo di vivere e regolare i rapporti sociali preclude loro cure già esistenti ed efficaci.
A proposito di prossimi eventi, desidero menzionare il Convegno internazionale sul tema della cosiddetta “biologia sintetica”, in collaborazione con una rete di istituzioni scientifiche coordinate dall’Università di Basilea (Svizzera) e l’Ospedale Bambino Gesù, previsto per (16-18) novembre 2020. L’obiettivo è di approfondire gli aspetti scientifici, socio-politici ed etici degli interventi che è possibile compiere sulle basi molecolari degli organismi viventi. Un argomento già oggi molto attuale e destinato a conoscere sviluppi molto ampi nel prossimo futuro.
Il corso delle Assemblee generali: robot, AI, consultazione
L’Assemblea che oggi iniziamo ha richiesto un significativo lavoro di riflessione, di ascolto e di confronto con una molteplicità sorprendete di soggetti. Come vi ricordate il nostro cammino è stato inaugurato lo scorso anno con il workshop sulla robo-etica. Nei prossimi giorni ci collocheremo nella prospettiva già aperta, con riferimento specifico alla questione della cosiddetta Intelligenza Artificiale. La forza e la pervasività delle nuove tecnologie in cui, di fatto, viviamo, impongono una riflessione antropologica ed etica approfondita, capace di reggere al contempo la velocità impressionante del progredire della ricerca scientifica e una sapienza squisitamente umana, senza la quale rischiamo un processo di disumanizzazione estremamente grave, di cui anche soggetti lontani dall’esperienza cristiana, iniziano ad essere consapevoli.
È proprio grazie alle sollecitazioni dateci da Papa Francesco in Humana Communitas che abbiamo affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale. Tale scelta ha comportato un triplice passaggio metodologico: abbiamo dovuto aprire temi nuovi (a molti di noi sostanzialmente sconosciuti), abbiamo dovuto imparare un linguaggio nuovo in cui provare a riarticolare una visione dell’uomo, abbiamo dovuto trovare un terreno comune su cui rendere possibile l’incontro e il dialogo con chi è protagonista in questo immane sviluppo tecnologico. Una operazione non facile che ha impegnato molti di noi che oggi ringrazio sinceramente.
Questa triplice novità: temi, linguaggi e riferimenti comuni, credo costituiscano la sfida decisiva odierna per la nostra Accademia. Essa marcherà indelebilmente il lavoro dell’Accademia anche dei prossimi mesi, e potrà essere un modo operativo e non solo celebrativo di assumere l’importante ricorrenza del venticinquesimo anniversario dell’Enciclica Evangelium Vitae.
Vorrei che l’assunzione di questa triplice novità metodologica segnasse anche la definizione del tema della prossima Assemblea generale, che celebreremo qui a Roma dal 15 al 17 febbraio 2021. L’importanza di questa scelta risiede anche nel fatto che attraverso di essa l’Accademia segnala di fatto a tutta la Chiesa e al mondo scientifico un tema particolarmente significativo nello specifico campo di nostro interesse. Pertanto vorremmo procedere attraverso una consultazione e domandare a voi tutti quali ritenete essere le questioni oggi più rilevanti per la vita delle donne e degli uomini di questo pianeta? Dove la tutela e la promozione della vita umana è oggi particolarmente decisiva? Dove possiamo approfondire le indicazioni di Papa Francesco, secondo le tre coordinate che ci ha consegnato in Humana Communitas, cioè: il nesso qualificante tra corpo e vita umana, l’influsso delle nuove tecnologie, la bioetica globale? Chiedo quindi a tutti voi di provare a rispondere a queste domande e di indicare uno o più temi tra cui con il Direttivo sceglieremo quello per il prossimo anno. Vi chiedo la gentilezza di inviarci le vostre segnalazioni entro il mese di marzo.
La “Call for AI Ethics”
Come ultimo punto, desidero tornare sulla Assemblea a cui oggi diamo inizio, mettendo in rilievo una importante novità. Il lavoro sul tema dell’Intelligenza Artificiale ci ha condotti ad aggiungere un evento particolare, che si svolgerà venerdì mattina. Come vedete dal programma, la sessione conclusiva del workshop sarà dedicata a una visione prospettica dell’etica dell’Intelligenza Artificiale. Essa vedrà quali speakers alcuni tra i principali attori mondiali in questo campo, provenienti sia dall’ambito industriale, sia da quello istituzionale. La presenza dei vertici di Microsoft e di IBM, cui non abbiamo chiesto alcun contributo economico per la realizzazione di questo evento, è frutto di un lavoro intenso di ascolto e di confronto. L’esito di questo percorso è stato la decisione di lanciare una Call for ethics che vedrà, quali primi firmatari proprio il Presidente di Microsoft, Brad Smith, il Vice Presidente di IBM, John Kelly III e il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu. La presenza a questo atto del massimo esponente di una istituzione di grande rilievo, come il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, ci indica anche la portata e la prospettiva dell’evento per cui abbiamo lavorato.
La Rome Call for AI Ethics non è un testo ufficiale dell’Accademia. Certo è un documento da noi proposto e da me sottoscritto, ma che vive delle relazioni e del sostegno di tutti coloro che vi partecipano. Esso impegna chi lo firma secondo linee elaborate in modo condiviso nella ricerca e nella pratica di un’etica dell’Intelligenza Artificiale. Con questo gesto, l’Accademia non avvia partnership industriali, non sposa nessuno né sponsorizza alcunché, ma condivide, senza ingenuità, tratti di cammino con quanti hanno un desiderio serio di comprendere meglio come promuovere il bene dell’umanità e di compiere alcuni passi in questa direzione, nella disponibilità a verificare le proprie pratiche e a pagare anche i costi che ne possono derivare.
Il testo è frutto di un lungo lavoro cui hanno partecipato alcuni fra i massimi esperti mondiali del tema e alcuni nostri accademici. Il documento è stato sottoposto all’approvazione della Segreteria di Stato, è stato presentato ai diversi Dicasteri vaticani coinvolti a vario titolo su questo tema. La udienza con papa Francesco avrà luogo venerdì mattina proprio per potergli presentare il frutto di questo percorso che abbiamo compiuto.
Il testo si compone di un preambolo, in cui emerge la condivisa esigenza di una riflessione più approfondita sul tema, e di tre capitoli dove si esplicitano alcuni conseguenti impegni concreti nel campo dell’etica, del diritto e dell’educazione. Concludono il testo sei principi sintetici, secondo cui tutti i firmatari si impegnano nella progettazione, sviluppo e utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale: Transparency, Inclusion, Responsibility, Impartiality, Reliability, Security and Privacy.
Se il testo della Call è sotto stretto embargo fino a venerdì, esso è in realtà progettato per una amplissima diffusione e troverà la sua vera efficacia se avrà tra i suoi firmatari molti altri soggetti industriali, agenzie internazionali, governi e amministrazioni. Credo che sollecitare i principali attori dell’innovazione tecnologica a un impegno etico preciso e pubblico sia esattamente un servizio alla difesa e alla promozione della vita umana. Sia uno dei modi con cui ottemperiamo alla nostra missione.
Inoltre, proprio perché testo sintetico, la Call offre poco più di un indice che chiede un approfondimento scientifico dei diversi temi che affronta. Così, accanto all’impegno per aumentare i firmatari della Call in collaborazione con tutti i soggetti che hanno già sostenuto l’iniziativa, l’Accademia lavorerà nei prossimi mesi anche perché in tutto il mondo Università e centri di ricerca, autonomamente o con progetti condivisi, promuovano la riflessione scientifica su aspetti specifici connessi a questo tema. Come sempre, ogni vostro contributo progettuale sarà particolarmente arricchente.
Nuovi membri
L’ampiezza e la portata della missione dell’Accademia chiede una squadra sempre più qualificata e articolata. Durante gli ultimi due anni, il Direttivo ha nominato, anche su vostra proposta, diversi membri corrispondenti e giovani ricercatori. Li presentiamo ora ufficialmente uno alla volta, consegnando loro l’insegna che dice un’appartenenza esigente e, credo, entusiasmante. Tra loro anche il prof. Stefano Semplici, nuovo responsabile del gruppo dei giovani ricercatori. Succede al prof. Ferrari che, a causa dei nuovi impegni istituzionali nelle istituzioni europee, non può continuare il suo servizio.
A entrambi, ai nuovi membri, a tutti voi, il mio più sentito ringraziamento e il mio più sincero augurio di buon lavoro!
Città del Vaticano, 26 febbraio 2020