Diaconato di Andrea e Andrzej

Diaconato di Andrea e Andrzej

Care sorelle e cari fratelli,


questa domenica del “Battesimo di Gesù” continua le “epifanie” del Signore. Dopo la manifestazione ai pastori e ai magi, Gesù viene manifestato alla folla sulle rive del Giordano. La scena evangelica si apre con Giovanni Battista che annuncia alla folla l’imminente venuta di un altro molto più forte e più grande di lui, tanto da non sentirsi degno neppure di sciogliergli i legacci dei sandali. Le parole di questo austero profeta non sono pronunciate con un tono di falsa umiltà ma con sincera venerazione verso l’inviato del Signore. Noi, al contrario, abbiamo una grande concezione di noi stessi, ed è difficile avere quei sentimenti di umiltà e di attesa che facevano dire al battista: “egli deve crescere e io invece diminuire”(Gv 3, 30). In genere noi vogliamo solo crescere nell’affermazione di noi stessi e del nostro protagonismo. Le parole di Giovanni, invece, dovrebbero essere il motto di ogni discepolo, e soprattutto di ogni pastore di anime: Gesù deve crescere e noi diminuire. Egli, infatti, è il vero uomo forte, il vero uomo libero, il vero uomo santo che salva la nostra e la vita degli altri.


Ebbene, quell’uomo forte è venuto e si manifesta a noi. L’evangelista, con grande sobrietà, scrive: “In quei giorni venne Gesù da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”. Gesù da Nazaret è venuto in mezzo agli uomini, ed è venuto anche qui tra noi. I nostri cieli si sono aperti; si sono aperti in questi giorni di Natale anche qui in cattedrale con il pranzo dei poveri. Sono stati giorni di grazia e di consolazione soprattutto per i poveri e per i deboli. E si aprono anche questa sera mentre una voce dal cielo continua a dire su quell’uomo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.


Care sorelle e cari fratelli la santa liturgia che stiamo celebrando si colloca dentro questa scena evangelica, come anche il diaconato che ricevono Andrea Piccioni e Andrej Ioan Anghelus, il ministero di Lettore che viene conferito a Marco Crocioni, e l’ammissione di Iosif Marian Subiac e André Nkongolo Tshimanda all’Ordine Sacro. Queste diverse tappe si inseriscono nell’unico itinerario che porta al sacerdozio ministeriale. Carissimi, c’è una chiamata che sta all’origine dei vostri passi. Non siete anzitutto voi ad aver scelto. Prima un altro vi ha chiamati. Si potrebbe dire che anche per voi si sono aperti i cieli, una voce è scesa dall’alto e vi è entrata nel cuore. Questo è vero anche per ogni discepolo. La verità della vita di ogni credente è racchiusa in una chiamata che viene dal cielo e che noi siamo invitati ad ascoltare e quindi a seguire. Sì, tutti siamo chiamati da Dio a vivere non per noi stessi ma per il Vangelo. E’ una chiamata che spesso non udiamo perché siamo assordati dal rumore del nostro egocentrismo, eppure è la chiamata alla nostra felicità. Ai giovani che sono presenti in questa celebrazione vorrei dire di scrutare bene se il Signore non li abbia chiamati a seguirlo nella via del sacerdozio. Sì, cari giovani, state attenti nel vedere se il Signore vi chiama. Per parte mia debbo dirvi che c’è bisogno di sacerdoti. E tanto. Certo, la chiamata al sacerdozio è ambiziosa; non certo dell’ambizione del nostro protagonismo ma dell’ambizione del Signore che cerca dispensatori dei suoi misteri per la salvezza del mondo. Non si tratta, pertanto, di essere chiamati a realizzare se stessi come ciascuno vuole, e tantomeno a vivere come a ciascuno piace. E per fortuna non è così! Perché ben più alta dei nostri meschini progetti è l’ambizione di Dio su di noi! Noi siamo chiamati ad essere come Gesù, il quale disse al Padre: “Non sono venuto a fare la mia ma la tua volontà”. E, con l’apostolo Paolo, il discepolo ripete: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Carissimi Andrea, Andrej, Marco, Josif e André, lasciate che vi dica che il mondo non ha bisogno di voi, ma di Gesù. O, se volete, ha bisogno di voi come mani, cuore, volto, parole, gesti, sentimenti di Cristo. E questa è anche la via della vostra felicità.


Voi, Josif e André, muovete i primi passi verso l’Ordine Sacro. Siete venuti da lontano e tu, André, tornerai nel tuo paese. Sappiate che state  nel nostro cuore e vogliamo dirvi tutto il nostro affetto mentre compite questo significativo passo verso il sacerdozio. Siate assidui nell’ascoltare il Signore e continuate ad obbedire alla sua Parola. Se vi affidate al Signore anche voi, come Gesù, crescerete in sapienza, in età e in grazia, fino al giorno in cui riceverete il nuovo battesimo del sacerdozio.


E tu Marco, ricevi oggi il ministero del Lettorato. Dovrai prestare la tua voce e il tuo cuore al Signore per far conoscere al suo popolo i suoi pensieri. Ricordati che Gesù, dopo il suo battesimo, iniziò a parlare pubblicamente. Da quel giorno, l’annuncio del Regno di Dio divenne la sua ansia, il suo assillo, la ragione di tutte le sue giornate. Per quest’opera, spese tutto il resto della sua vita, tutte le sue energie. Uscito dal Giordano fu come divorato da un fuoco che lo avrebbe spinto a girare per città e villaggi per annunciare ovunque il Vangelo del Regno: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un Battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!”(Lc 12, 49). Oggi, anche tu ricevi come un battesimo, sei cioè immerso dentro le Sante Scritture. Per te deve iniziare un modo nuovo di ascoltare e di proclamare pubblicamente la Parola di Dio. E voi, carissimi Andrea e Andrej, con il Diaconato entrate a far parte dell’Ordine sacro divenendo conformi a Cristo servo. Come per Gesù dopo il battesimo, anche per voi inizia una stagione nuova della vostra vita. Potrei dirvi che la vita vi viene come tolta dalle vostre mani. Il Signore vi strappa dalla strada dell’amore per voi stessi perché mettiate le vostre mani al totale servizio di Gesù in questa Chiesa. Sì, siete come scardinati da voi stessi per essere incardinati, ossia radicati ancor più profondamente, in questa famiglia del Signore, che è la nostra Chiesa. L’incardinazione giuridica esprime il radicamento spirituale ed umano in questa famiglia che Dio. E’ il Signore che vi dona questa comunità ecclesiale nella quale voi dovete sentire la gioia e l’impegno di comunicare il Vangelo, il fascino e l’obbligo di servirla nel ministero ordinato. La vostra vita, pertanto, non è più incentrata su di voi ma sul Signore Gesù che è venuto per servire e non per essere servito. In tal senso, il primo diacono è Gesù stesso. E tale resta sempre, sino alla morte. Come Cristo, voi dovete pensare più agli altri che a voi stessi, dovete dimenticare i vostri problemi per farvi carico di quelli altrui. Carissimi Andrea e Andrej, siate buoni con tutti; e lasciatevi coinvolgere dall’amore di Gesù per i fratelli e per le sorelle. Questo è il senso vero dell’impegno del celibato che oggi prendete solennemente davanti al Signore e alla sua Chiesa. Lasciatevi bruciare dal fuoco della carità per tutti e particolarmente per i più deboli e per i più poveri. Questo significa il ministero del servizio che mai cesserà nella vostra vita. Anche quando sarete ordinati sacerdoti, non cesserà mai il servizio diaconale. Lasciatevi pertanto toccare il cuore dal Vangelo che oggi vi viene solennemente consegnato: la Parola di Dio trasformi il vostro pensare e il vostro operare e siatene annunciatori instancabili aiutando tutti a comprenderla e a metterla in pratica. La vicinanza all’altare vi renda uomini di preghiera che confidano anzitutto nel Signore e nella sua grazia. E siate attenti perché la comunione sotto le due specie che nella nostra Chiesa è divenuto il modo ordinario di ricevere l’Eucarestia sia vissuto, anzitutto da voi, come un dono prezioso per conformarsi sempre più al Signore. La Liturgia delle Ore che oggi vi viene affidata per tutta la Chiesa sia per voi il momento delle giornate nel quale indirizzate tutto a Dio. E la vostra vita porti frutti di giustizia e di verità. Anche voi oggi ricevete la grazia di un nuovo inizio, così come fu per Gesù dopo il battesimo. Siano i vostri cuori simili a quello di Gesù che fu come un nido ove lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, si posò come nella sua dimora.


E Maria, madre di Gesù e della Chiesa, vi insegni ad essere servi del Signore, lei prima tra i credenti a chiamarsi serva; sì, potremmo dire che dopo Gesù, Maria è la prima tra i diaconi, la prima tra i servitori. Maria, sia per voi l’icona del ministero diaconale a cui oggi siete chiamati. E vi conservi, lei, madre buona, accanto a Gesù.