Anziani, una nuova vocazione
La vecchiaia non è un naufragio, come spesso si dice. Può invece essere il tempo di una nuova vocazione, di un nuovo compito. Vorrei chiarire subito, dal punto di vista cristiano, che Dio non scarta mai nessuno. Al contrario, a ciascuno affida un compito da svolgere anche nella vecchiaia. Ad ogni età della vita – bambini, giovani, adulti, anziani – viene affidato un compito, ovviamente diverso per ciascuno ed anche nelle diverse età della sua vita. In ogni caso, la vita va sempre spesa per il bene degli altri. Anche da anziani. Nella vecchiaia non viene annullata la responsabilità verso gli altri, verso la società. E questo è ancor più vero e importante in questo nostro tempo. Per la prima volta nella storia dell’umanità, infatti, si vive di più. E quindi è cresciuto enormemente il numero degli anziani. Grazie ai progressi della scienza e della medicina riceviamo il dono di vivere circa 20 anni in più rispetto al passato. E’ una incredibile rivoluzione. Ma qual è il problema? Proprio mentre si allungano gli anni non sappiamo bene come viverli, come impiegarli, che cosa farne. Purtroppo si riflette ancora troppo poco sia sul piano politico, sia su quello sociale, sia su quello spirituale, su come vivere questi venti anni in più. Papa Francesco ha affrontato esplicitamente il tema in una catechesi del mercoledì. Tra l’altro disse: “Una prima cosa è importante sottolineare: è vero che la società tende a scartarci, ma non così il Signore. Egli non scarta nessuno e tanto meno manda in pensione coloro che ha liberato da ogni tristezza. Al contrario, gli anni in più che abbiamo ci sono donati per una nuova vocazione e una nuova missione. Nessuno deve tirare i remi in barca. Il Signore ci dice anche a questa età: “seguitemi, vi farò pescatori di uomini”(Mc 1,17)”. Il Papa chiede agli anziani di riflettere sul compito che il Signore vuole affidare loro. Mettendosi, lui, anziano tra gli anziani, esorta a “scoprire cosa significa questo invito per ciascuno di noi… E’ indubbio che si apre davanti a noi un lungo periodo della vita, molto diverso dai precedenti, e che il Signore ci chiama ancora”. Davanti a circa centomila anziani raccolti in piazza San Pietro, disse: “ho ascoltato la testimonianza di anziani desiderosi di spendere i restanti anni della vita al servizio degli altri. E’ una riflessione da continuare sia nella Chiesa che nella società”. E ricordava la preziosa indicazione che viene dall’episodio evangelico della Presentazione di Gesù al tempio. L’anziano Simeone e l’anziana profetessa Anna, che aveva 84 anni, nell’incontro con Gesù cambiarono vita. Il Papa commentava: “essi non avevano compiti o riti particolari da compiere”. Ma dopo l’incontro con Gesù “scoprirono una nuova forza, una nuova vitalità, una nuova missione. Simeone creò immediatamente una vera e propria liturgia per l’entusiasmo, e Anna divenne la prima predicatrice di Gesù: “si mise a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc2,38)”. Vorrei ritornare su questo tema che a me pare particolarmente importante nel prossimo numero.