The “good” Alghoritm? Artificial Intelligence: Ethics, Law, Health – conferenza stampa

Siamo in un tempo di cambiamento di epoca, come ama dire Papa Francesco. È un passaggio inedito che sta cambiando in profondità l’umanità e il suo futuro. Per la prima volta nella storia l’uomo ha il potere di distruggersi: prima con l’esplosione nucleare, dopo con quella ecologica ed ora con quella tecnologica, una «esplosione di intelligenza». Papa Francesco, con la Lettera Humana Communitas, ha invitato la Pontificia Accademia per la Vita ad allargare i suoi orizzonti, a rivisitare il significato stesso del termine «vita umana»: non si tratta di un concetto astratto; la vita è la realtà di ogni singola persona e dell’intera famiglia umana. Papa Francesco chiede all’Accademia di «sviluppare la riflessione» sul versante «delle nuove tecnologie oggi definite emergenti e convergenti», come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica. Con i risultati ottenuti dalla fisica, dalla genetica e dalle neuroscienze, come pure della capacità di calcolo di macchine sempre più potenti, è oggi possibile intervenire in profondità nell’umano. L’innovazione digitale infatti, tocca tutti gli aspetti della vita, sia quelli personali che sociali; incide sul nostro modo di comprendere non solo il mondo, ma anche noi stessi. Le decisioni, anche le più importanti come quelle in ambito medico, economico o sociale, sono oggi il frutto di volere umano e di una serie di contributi algoritmici. La vita umana viene a trovarsi al punto di convergenza tra l’apporto propriamente umano e il calcolo automatico, cosicché risulta sempre più complesso comprenderne l’oggetto, prevederne gli effetti, definirne le responsabilità.

L’Accademia si è inoltrata in questo campo, senza abbandonare i territori tradizionali come le questioni relative alla nascita (aborto, diagnosi prenatale…) e il fine vita (l’eutanasia, il suicidio assistito, le cure palliative), lo sviluppo delle cellule staminali. Nel 2017è stato affrontato il tema della tutela e promozione della vita umana nell’era tecnologica e quindi nell’orizzonte della bioetica globale. L’anno scorso la riflessione si è diretta sulle questioni etiche poste dalla robotica (la cosiddetta “roboetica”) e quest’anno, in continuità, affronteremo il tema dell’etica e dell’intelligenza artificiale. In realtà siamo anche stati sollecitati o, se volete, invitati a trattare questi temi dai diretti interessati.

È questo l’orizzonte nel quale si colloca questa Assemblea Generale e in particolare l’evento del 28 febbraio al termine del quale è prevista la firma di una Call che poi presenteremo a Papa Francesco. C’è bisogno di una forte ambizione morale per umanizzare la tecnica e non tecnologizzare l’umano.

La Rome Call for AI Ethics non è un testo ufficiale dell’Accademia ma un documento di impegni condiviso, da noi proposto, in cui, in forma breve e sintetica, si offrono alcune linee per un’etica dell’Intelligenza Artificiale e si formulano alcuni impegni, legati fondamentalmente a tre capitoli: etica, diritto, educazione. Con questo gesto, l’Accademia non avvia esclusivi partnership industriali, né sponsorizza alcunché, né viene sponsorizzata, ma condivide, senza ingenuità, tratti di cammino con quanti hanno un desiderio serio di comprendere meglio come promuovere il bene dell’umanità e di compiere alcuni passi in questa direzione, verificando le proprie pratiche e nella disponibilità a pagare anche i costi che ne possono derivare. L’intento della Call è dar vita a un movimento che si allarghi e coinvolga altri soggetti: istituzioni pubbliche, ONG, industrie e gruppi per produrre un indirizzo nello sviluppo e nell’utilizzo delle tecnologie derivate dall’IA. Da questo punto di vista possiamo dire che la prima firma di questa call non è un punto di arrivo, ma un inizio per un impegno che appare ancora più urgente e importante di quanto fin qui fatto. Il documento sarà disponibile venerdì, dal momento della sua firma, sul sito dedicato www.romecall.org .

L’Accademia si sente chiamata ad approfondire l’impatto specifico che queste tecnologie hanno sul mondo medico sanitario e sulla cura e tutela della vita. L’attività umana in questi settori appare sempre più scomposto in molteplici elementi non facilmente riconducibili al controllo o alla volontà di singoli soggetti. Questa nuova modalità in cui si svolge l’agire personale in un contesto strutturato sfida particolarmente le professioni mediche e sanitarie che hanno come oggetto valori così fondamentali come quelli connessi alla corporeità e alla vita umane. L’innovazione tecnologica ci sfida come Accademia e come Chiesa, la PAV inizia così a prendere posizione e parte in un contesto storico e sociale in profonda e continua trasformazione.