Dies Academicus – Inaugurazione Anno Accademico 2019-2020 dell’Istituto Giovanni Paolo II

Eminenza Reverendissima,
Eccellenze,
Signori Ambasciatori,
Illustri Ospiti,
Caro Preside,
Gentili Professori e alunni,

l’apertura ufficiale dell’Anno Accademico non è mai una semplice formalità. Esso è come un “Amen” di adesione che l’Accademia rinnova, in nome dell’intera comunità che le dà vita, alla consegna e alla missione che le è affidata per il nuovo anno che inizia. Il Dies Academicus di questo anno ha anche il sapore del nuovo inizio dell’Istituto voluto da Papa Francesco. E a Lui, vescovo di questa città, va anzitutto la nostra particolare gratitudine. Con il ‘motu proprio’ Summa familiae cura, infatti, ha inteso istituire il “Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e la Famiglia”, che succede al precedente, sorto per iniziativa del suo predecessore san Giovanni Paolo II. Il nuovo Istituto, mentre ne raccoglie l’intuizione assieme ai notevoli frutti che ha portato, e per questo ne conserva il nome, nello stesso tempo ne intensifica e ne amplia la missione nel mondo. E’ una convinzione che ci comunicava già in occasione della inaugurazione dell’Anno Accademico del 2016: “La lungimirante intuizione del mio venerato Predecessore, il santo papa Giovanni Paolo II, che ha fortemente voluto questa istituzione accademica, oggi può essere ancor meglio riconosciuta e apprezzata nella sua fecondità e nella sua attualità. Il suo sapiente discernimento dei “segni dei tempi” ha restituito con vigore all’attenzione della Chiesa, e della stessa società umana, la profondità e la delicatezza dei legami che vengono generati a partire dall’alleanza coniugale dell’uomo e della donna. Lo sviluppo che l’Istituto ha avuto nei cinque continenti, conferma la validità e il senso più bello della forma ‘cattolica’ del suo programma”.

Papa Francesco, peraltro, di fronte “alle nuove dimensioni del compito pastorale e della missione ecclesiale… e agli sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica in un campo così fondamentale per la cultura della vita”, nella sua responsabilità di Pastore della Chiesa universale, è venuto alla determinazione di erigere questo nuovo Istituto perché il magistero della Chiesa continuasse il suo servizio al Vangelo dell’amore. Per parte nostra, consapevoli della responsabilità di rispondere nel modo migliore a tale richiesta, abbiamo avviato un complesso e articolato dibattito che ha coinvolto sia la riflessione scientifica sia la stessa strutturazione dell’Istituto. Al termine del cammino, segnato da momenti di forte convergenza ma anche da visioni talora diverse, le autorità della Santa Sede hanno approvato lo Statuto del nuovo Istituto e ci hanno consegnato il nuovo piano di studi.

Ed eccoci, oggi, ad aprire con nuovo slancio e creatività questo secondo capitolo – se così posso dire – della vita dell’Istituto. Mentre facciamo nostra la lunga storia dell’Istituto con la gratitudine a tutti coloro che l’hanno vissuta e promossa, sentiamo altresì la grave responsabilità di dover onorare il compito che Papa Francesco ci ha confidato. L’Istituto, con il volto rinnovato dello scriba saggio del Vangelo – permettetemi questa similitudine – che “trae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”(Mt 13, 52), si accinge ora a intraprendere il cammino indicatogli. L’intera famiglia accademica – in tutte le sue componenti antiche e nuove – si accinge a intraprendere con unanime slancio il cammino indicatoci dal Successore di Pietro. Riprendo alcune delle parole che ci ha rivolto nel discorso appena citato: “La fecondità di questo compito di approfondimento e di studio, in favore di tutta la Chiesa, è affidato allo slancio della vostra mente e del vostro cuore. Non dimenticate che “anche i buoni teologi, come i buoni pastori, odorano di popolo e di strada e, con la loro riflessione, versano olio e vino sulle ferite degli uomini”(3 marzo 2015). Teologia e pastorale vanno insieme. Una dottrina teologica che non si lascia orientare e plasmare dalla finalità evangelizzatrice e dalla cura pastorale della Chiesa è altrettanto impensabile di una pastorale della Chiesa che non sappia fare tesoro della rivelazione e della sua tradizione in vista di una migliore intelligenza e trasmissione della fede”.

In questo orizzonte si colloca la responsabilità del nostro Istituto che si fregia del titolo di “pontificio”, come qualifica particolarmente preziosa. Il legame, anche fisico, che ci unisce al complesso della Cattedrale di Roma, “Mater et caput omnium ecclesiarum” assieme alla Pontificia Università Lateranense, segna profondamente la missione affidataci. Il nostro lavoro deve rendere operoso, fattivo e cordiale il legame con la Chiesa di Roma e il suo Vescovo. Siamo consapevoli che non può restare un semplice titolo di prestigio. Fra le molte, e anche eccellenti, istituzioni ecclesiali del mondo che sono impegnate con il tema speciale della nostra missio academica, l’Istituto Teologico Giovanni Paolo II si sente impegnato ad onorare in modo concreto la sua vocazione a rappresentare direttamente la sensibilità della Sede Apostolica e del ministero petrino per la conferma della fede comune e lo sviluppo della sua intelligenza cattolica.

E’ con questi sentimenti che ci accingiamo a celebrare questo inizio solenne dell’Anno Accademico. E prima che prendano la parola desidero ringraziare il Preside, mons. Pierangelo Sequeri, per il suo preziosissimo lavoro di guida del nostro istituto, e quindi Sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, per aver accettato a tenere la prolusione. Dio benedica il nostro impegno e renda forti i nostri passi sulla nuova strada che ci apprestiamo a percorrere. Grazie

+ Vincenzo Paglia –  Gran Cancelliere

27 novembre 2019