Matrimoni, non si arresta il calo: 53mila nozze in meno negli ultimi 5 anni

ROMA – Gli italiani si sposano sempre di meno. L’Istat, nel suo report annuale “Il matrimonio in Italia”, ha certificato l’ennesimo calo delle nozze nel 2013: sono stati infatti celebrati in Italia 194.057 matrimoni, ben 13.081 in meno rispetto al 2012. Un trend negativo che parte dal 2008 e che in cinque anni ha visto un calo di 53mila nozze, pari ad oltre un quinto delle celebrazioni del 2008. Anche nel periodo 1991-2008 si è registrato un calo, ma con una velocità molto inferiore: in quel periodo infatti i matrimoni sono calati dell1,2%, mentre nel periodo 2008-2013 il calo è stato del 5%. Le regioni con la diminuzione più drastica sono la Sardegna e l’Umbria, mentre un lieve aumento si registra nella provincia autonoma di Bolzano.

Il calo più significativo è quello delle prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 145.571 celebrazioni nel 2013, oltre 40 mila in meno negli ultimi cinque anni. Calano del 10% anche le seconde nozze, più diffuse al centro-nord. Aumenta l’incidenza delle nozze celebrate civilmente, che passano dal 37% del 2008 al 43% del 2013, mentre nel 2013 sono state 111.545 le nozze celebrate con rito religioso, oltre 44mila in meno negli ultimi cinque anni (-29%). Gli sposi scelgono sempre di più il regime di separazione dei beni: ben il 69,5% delle coppie compie questa scelta. Dopo anni di differenze tra il centro-nord e il sud, oggi è proprio il Mezzogiorno a registrare un livello di incidenza superiore rispetto al dato medio nazionale.

L’Istat sottolinea poi che la diminuzione dei primi matrimoni è dovuta in parte a un “effetto struttura”: la contrazione delle nascite, che dalla metà degli anni ’70 e per oltre 30 anni ha interessato il nostro Paese, ha infatti determinato una netta riduzione della popolazione nella fascia di età compresa tra 16 e 34 anni, in cui le prime unioni sono di gran lunga più frequenti. Nel 2013 i giovani in questa fascia di età sono circa 13 milioni, quasi un milione in meno rispetto al 2008.

Nel 2013 sono state celebrate oltre 26mila nozze con almeno uno sposo straniero, il 13,4% del totale dei matrimoni, un dato in leggera flessione ma sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti. I matrimoni misti, quelli in cui uno degli sposi è di cittadinanza italiana e l’altro è straniero, ammontano ad oltre 18mila nel 2013: la tipologia prevalente è quella in cui è la sposa ad essere cittadina straniera (il 78%). Gli uomini italiani che hanno scelto come sposa una cittadina straniera hanno nel 19,2% una moglie rumena, mentre le donne italiane che scelgono uno sposo straniero hanno nel 13,7% uno sposo marocchino. I casi in cui entrambi gli sposi sono stranieri restano una minoranza, il 3,8% del totale. Oltre il 20% di queste coppie sono rumene.

Monsignor Paglia: “Frutto di scelte egoistiche”. La lettura dei dati Istat sui matrimoni, fatta dal presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, Monsignor Vincenzo Paglia, tira in ballo un mutamento culturale: una evoluzione – o involuzione – della società italiana. “Le uniche famiglie a crescere in Italia sono quelle mononucleari – dice il Monsignore – cioè formate da una sola persona: una condizione che prima era dei vedovi e delle vedove e ora dei single per vocazione. Ma questa è una scelta fondamentalmente egolatrica, per non dire egoistica, ovvero una scelta che si fa mettendo al centro di tutto l’io, pensando soltanto a se stessi”.

Il vero responsabile di questo cambiamento è “l’egolatria imperante”. Come osserva il ministro vaticano: “Non solo le nozze, sia religiose che civili, sono in calo ma lo sono persino le coppie di fatto ‘stabili’, mentre crescono quelle ‘a intermittenzà in cui per un periodo si vive insieme, poi si preferisce stare da soli, per poi scegliere di tornare a convivere o di lasciarsi per sempre, salvo ripensamenti successivi”. Questo è il segnale di un mutamento significativo nei rapporti tra persone, il rischio, per Monsignor Paglia, è che “emerga una sorta di tendenza alla defamiliarizzazione della società, in favore sostanzialmente di una società di singoli anziché di famiglie, dove tutto viene piegato all’individualismo”.

“Una vita da costruire non da soli ma insieme non è più un futuro appetibile”, sottolinea monsignor Vincenzo Paglia. “E anche a causa del corrispettivo aumento delle separazioni e dei divorzi, i matrimoni sono in calo perché vengono visti come una sorta di ‘viaggio a rischiò che è meglio rifiutare in partenza, data l’alta possibilità di fallimento; sempre secondo una mentalità che guarda soltanto all’io e mai al noi, che non fa più risultare attraente la parola insieme. Ogni legame durevole risulta pesante in questa società ‘liquida’ che guarda solo al benessere personale e non familiare. Ma la famiglia – ricorda monsignor Paglia – si può costruire soltanto sulla roccia, non sull’acqua”.