Pontificia Accademia per la Vita: mons. Paglia (presidente) negli Usa, “superare preoccupazioni ed esitazioni che hanno accolto la rinnovata struttura”

“Nella sua lettera, il Santo Padre ha cercato di darci una base teologica così solida e amorevole per il lavoro dell’Accademia che saremo in grado di affrontare e superare le preoccupazioni e le esitazioni che hanno accolto la rinnovata struttura dell’Accademia (e si potrebbe aggiungere la sua entità gemella, l’Istituto Giovanni Paolo II)”. Lo ha detto mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, negli Stati Uniti, dal 2 settembre, in occasione della sua visita che si inserisce nella preparazione della prossima assemblea, fissata dal 26 al 28 febbraio sul tema dell’intelligenza artificiale. Negli Stati Uniti il presule ha avuto un primo incontro il 3 settembre con gli studenti e i docenti della Loyola Marymount University (Los Angeles) sul tema della bioetica globale. In questa occasione, mons. Paglia ha illustrato i temi trattati da Papa Francesco nella lettera “Humana Communitas”, pubblicata a gennaio in occasione dei 25 anni dalla istituzione della Pontificia Accademia per la Vita. Nella sede della Loyola Marymount University, mons. Paglia è stato presentato a docenti e studenti da Roberto Dell’Oro, direttore del Centro di Bioetica e accademico della Pontificia Accademia per la Vita. “Il mio messaggio oggi è che, per comprendere la missione che il Santo Padre ha dato all’Accademia e all’Istituto, dobbiamo capire che dobbiamo lavorare in modo più ampio, verso una comprensione, un apprezzamento della vita stessa, che è la grande espressione dell’amore che è Dio”, mentre “la scienza e la tecnologia contribuiscono al bene generale dell’uomo e alla realizzazione del piano di salvezza di Dio e che i nostri membri e programmi continueranno a offrire soluzioni a specifiche preoccupazioni della società”. Indicando il “primo passo molto pratico”, mons. Paglia ha ribadito che “dobbiamo rassicurare i nostri amici e i nostri nemici, che non allenteremo mai la nostra determinazione a proteggere e promuovere la vita umana dall’inizio alla fine dei suoi giorni terreni e li vogliamo rassicurare: il nostro dialogo con chi non condivide la nostra comprensione dell’amore fecondo di Dio e della natura della famiglia umana e delle sue sfide non significa che stiamo abbandonando l’ortodossia cattolica. Il Papa ci chiede un’antropologia che disponga degli strumenti per esaminare criticamente la teoria e la pratica della scienza e della tecnologia mentre interagiscono con la vita, il suo significato e il suo valore”.

(SIR)