Oscar Romero: il primo dei nuovi martiri

di Chiara Santomiero

Sono passati 34 anni dall’assassinio di mons. Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador trucidato il 24 marzo 1980 mentre celebrava la Messa. Nonostante non fosse un “progressista”, l’arcivescovo dava fastidio ai gruppi di potere perchè si era schierato al fianco dei poveri e contro le violenze degli squadroni della morte che uccidevano gli oppositori politici facendo precipitare il piccolo stato del Centro America in una spirale di paura e intimidazione. Un martire e un vescovo che ha molto da dire ai cristiani di oggi, come racconta il postulatore della causa di beatificazione e presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, mons. Vincenzo Paglia, raggiunto da Aleteia a margine della conferenza stampa di presentazione dell’VIII incontro mondiale delle famiglie (Philadelphia 22-27 settembre 2015).

Cosa dice mons. Romero ai cristiani di oggi?

Romero è un grande testimone e ricordarlo oggi, 25 marzo, mi commuove perchè la sua figura potremmo dire che in qualche modo abbia aperto l’ultima schiera dei nuovi martiri. Da quel 1980 ad oggi, centinaia e centinaia di uomini e di donne credenti continuano ad essere ammazzati in nome della testimonianza di fede. A proposito del significato del martirio ricordo, tuttavia, una omelia dell’arcivescovo di San Salvador il cui contenuto mi impressiona e lo dico come presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia. Una volta parlando al funerale di un prete ucciso dagli squadroni della morte, Romero disse: “Il Concilio Vaticano II chiede oggi a tutti i cristiani di essere martiri; non è possibile essere cristiani senza essere martiri ossia senza dare la vita per gli altri. Ad alcuni il Vangelo la chiede fino all’offerta del sangue, come a questo prete, ma a tutti noi chiede di spendere la nostra vita per gli altri”. E qui Romero affermò – ed è questa la cosa straordinaria – che il martirio è anche quello di una mamma che concepisce un figlio, lo tiene nel suo grembo, lo fa nascere, lo allatta e lo educa: è martirio perchè la mamma sta dando la vita a quel figlio. Una testimonianza come questa è enormemente importante per i cristiani di oggi.

Romero è quindi un santo anche per la famiglia…

Assolutamente sì. E’ proverbiale la passione di Romero nello spendersi per aiutare i campesinos e le famiglie spesso schiacciate dalla violenza o dalla sopraffazione economica. Romero è martire anche per le famiglie povere che vengono schiacciate da una violenza disumana: soprattutto per loro ha dato la vita spargendo il suo sangue sull’altare.

La causa di beatificazione – lei ha affermato – “sta andando avanti” e sembra prossima ad andare in porto: perchè c’è un papa latinoamericano?

Perché i tempi sono maturi: la causa l’aveva già sbloccata Papa Benedetto XVI.

(da ALETEIA del 25 marzo 2014)