“La famiglia non è una questione cattolica, è patrimonio di tutti”. A precisarlo, durante la conferenza stampa di presentazione del IX Incontro mondiale delle famiglie, in programma a Dublino dal 22 al 26 agosto 2018, è stato monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, che ha sintetizzato in questi termini il messaggio principale dell’Amoris Laetitia. A una domanda di un giornalista sull’uso del termine “famiglie”, utilizzato nella sua presentazione, Paglia ha risposto che con esso si intendono “le famiglie cristiane”, ma anche – si legge nell’Amoris Laetitia e – quelle in cui, pur non essendoci “l’ideale alto” del cristianesimo, “c’è una sorta di gradualità: il Papa chiede che dovunque ci sia un sapore di famiglia si stia loro accanto, anche a quelle famiglie che non realizzano in pienezza l’ideale cristiano”, come ad esempio le famiglie sposate civilmente. L’esortazione apostolica, in sintesi, “sottolinea l’inclusività della famiglia, che per il Papa è quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna che vogliono generare i figli, e che si realizza in modo più o meno qualificato. Ma tutte le famiglie sono coinvolte”. Monsignor Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino, ha fatto notare che “la legislazione irlandese rispetta il diritto di ogni confessione religiosa di mantenere il proprio credo e la propria definizione di matrimonio: noi andremo lì per parlare del matrimonio cristiano, e soprattutto per stare accanto alle situazioni delle famiglie in difficoltà, in povertà, che non possono esercitare il diritto a una vita degna, alla qualità dell’istruzione che varia a seconda dei luoghi. In Irlanda abbiamo famiglie costrette a vivere in una sola stanza, in un albergo, perché non ci sono case sufficienti: dobbiamo incoraggiare una cultura molto inclusiva, a favore di una nuova uguaglianza per le famiglie che cercano di educare i propri figli”.

(da Sir)