“Forti ostacoli all’interno della Chiesa al processo di canonizzazione di Romero”

di Sara Nesci

Domenica 14 ottobre sarà celebrata la canonizzazione di Papa Paolo VI. Con lui verrà riconosciuto santo Monsignor Oscar Romero, l’arcivescovo ucciso nel 1980 a San Salvador, mentre celebrava la messa, dagli squadroni della morte a causa del suo impegno contro la dittatura in difesa dei poveri. Un processo di canonizzazione, quello di Romero, fortemente osteggiato da una parte della Curia, come ci ha detto Monsignor Paglia, Presidente dalla Pontificia Accademia per la Vita e postulatore della causa per la canonizzazione di Romero.

“Questa è la croce pettorale: una delle prime di Romero. Io l’ho avuta perché a un momento  l’arcivescovo di San Salvador mi incarica di essere il postulatore della causa di monsignor Romero. Una causa che tutti, ovviamente, ritenevano impossibile”.

Quanti e quali ostacoli ha incontrato nella causa di canonizzazione?

“Gli ostacoli sono stati numerosissimi e i più forti sono venuti dall’interno della Chiesa: anche dalla Curia romana. Tanto era forte l’opposizione a questa causa che io stesso ho ricevuto minacce da cardinali perché lasciassi stare la causa. Papa Francesco ha parlato di martirio di Romero anche dopo la morte. Il martirio anche da parte – disse il papa – dei suoi confratelli: di vescovi che anche a me hanno continuato a parlare in maniera brutale contro Romero, perché ritenevano Romero un pericolosissimo guerrigliero o comunque un pericoloso sostenitore di una sinistra politica, non comprendendo che in realtà proprio il silenzio della Chiesa su Romero ha portato l’estrema sinistra a farne la sua bandiera, e per me è stata un’esperienza assolutamente unica vedere la sete di conoscenza di Romero, o megio il legarsi di tanti che volevano il cambiamento della storia alla figura di Romero , senza la violenza, ma con un reale cambiamento: con la forza della parola, del Vangelo, di una giustizia che aiutasse innanzitutto i più poveri”.

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