Messa con Santo Quadri e Franco Gualdrini

Messa con Santo Quadri e Franco Gualdrini

Signor Sindaco, autorità, sindaci dei comuni vicini, care sorelle e cari fratelli,


è con grande gioia che ci ritroviamo attorno all’altare del Signore, in questo giorno straordinario per la nostra Chiesa diocesana. Certo, non è usuale nella vita delle diocesi vedere raccolti nella cattedrale i tre ultimi vescovi. Per noi avviene. E credo che non sia per caso. E’ una grazia, un dono che dobbiamo comprendere, gustare e vivere. Per me personalmente è bello ritrovare i due miei predecessori. Ho ho avuto modo, fin dagli anni della mia giovinezza, di conoscerli, di frequentarli e di stimarli. Mons. Quadri lo ricordo appena ordinato vescovo venire a celebrare una delle sue prime Messe nel Seminario Romano Maggiore, e lo guadavo con ammirazione per il suo impegno nel campo dell’apostolato dei laici e nel mondo del lavoro. Mons. Gualdrini lo vedevo tra i “rettori” di Roma, attento e sensibile ai nuovi movimenti che sorgevano nella capitale degli anni Settanta. E più volte mi accolse, con coraggiosa sensibilità, nella cappella del Capranica con quei gruppi di Roma che cercavano nuove vie per vivere il Vangelo.
Oggi siamo qui, tutti e tre, attorno allo stesso altare che ci ha visti in tre periodi diversi servire quest’unica Chiesa diocesana. E’ un’immagine bella e significativa. Sì, tre vescovi che si susseguono nella guida della Diocesi esprimono con evidente chiarezza che è Cristo l’unico, vero ed eterno, pastore di questa Chiesa. L’autore della lettera agli Ebrei parla del “Pastore grande delle pecore…il Signore nostro Gesù” (eb 13, 20). E’ lui, infatti, che ha dato la sua vita per lei. E a noi discepoli riuniti Gesù continua a dire: “Voi non fatevi chiamare ‘rabbì’, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno ‘padre’ sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare ‘maestri’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo” (Mt 23, 8-11).
Noi tutti, vescovi, presbiteri, diaconi, fedeli, tuttia siamo anzitutto discepoli di Gesù e tutti siamo servitori del Vangelo. Il Papa nell’enciclica Ecclesia de Eucarestia scrive che nel cenacolo i Dodici raccolti attorno a Gesù nell’ultima cena rappresentano sia la Chiesa magistariale che l’intero corpo ecclesiale. E i vescovi sono discepoli, anzitutto. E poi servi del Corpo del Signore che è la Chiesa. Già sant’Agostino, dienuto vescovo, amava firmare le sue lettere con il titolo “servitore dei servi di Cristo”, poi ripreso da Gregorio Magno. Vedete, care sorelle e cari fratelli, la Chiesa non è proprietà di nessuno. Essa è solo di Cristo, e non c’è spazio per protagonismi o affermazioni personalistiche. Tutti dobbiamo amare, tutti dobbiamo vigilare e turri dobbiamo servire la Chiesa.
Certo, ognuno è chiamato a farlo nel suo proprio ordine e secondo l’ispirazione dello Spirito. E oggi vorrei che ci strigessimo con l’affetto e con la preghiera a chi ha servito per tanti anni questa Chiesa diocesana, perché essa crescesse e si fortificasse, perché, accogliendo i dettami conciliari, potesse rispondere alle ansie e alle angoscie degli uominie delle donne di questa terra. Lasciate pertanto che faccia mie le parole dell’apostolo Paolo che esortava i cristiani di Tessalonica: “Vi preghiamo poi fratelli di aver riguardo per quelli che faticano per voi, che vi sono preposti nel Signore e vi ammoniscono; trattateli con molto rispetto e carità, a motivo del loro lavoro”(1Ts 5, 12). Mons. Quadri e mons. Gualdrini hanno “faticato” per questa Chiesa, guidandola in momenti storici difficili e complessi. Noi vogliamo oggi dire loro ancora una volta grazie. Glielo diciamo mentre Mons. Quadri ricorda i 60 anni di sacerdozio e mons. Gualdrini 20 anni di episcopato. La città ha espresso il suo grazie conferendo loro la cittadinanza, noi ci stringiamo a loro con affetto. Ieri sera, parafrasando e un poco correggendo san Pietro, rivolgevo loro un invito: “Ci sono già tre tende a Terni, una per te, caro mons. Quadri, una per te caro mons. Gualdrini, ed anche l’altra per me (in verità, preparatami già da Mons. Quadri)”. Vorrei dire che voi siete già nelle tende del nostro cuore: i vostri insegnamenti, i vostri volti, la vostra passione evangelica è scritta nella storia di questa Chiesa e nelle pieghe dei nostri cuori.
Ieri sera vi ho consegnato l’icona di san Valentino, come a significare l’amore che ci lega a questo nostro predecessore. Ora vorrei consegnarvi un segno di questa nostra cattedrale, la nuova porta centrale che riproduce Cristo risorto, porta che accoglie le pecore. Sì, caro mons. Quadri e caro mons. Gualdrini, questa cattedrale resta anche la vostra, per sempre. Qui sono segnati i vostri nomi, la vostra storia, il vostro cuore. Grazie per il vostro servizio!