E’ urgente che la famiglia diventi di acciaio e inossidabile

Estratto dal discorso tenuto in Cattedrale dopo l'annuncio della nomina a Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia

Quando dodici anni fa papa Giovanni Paolo, al termine dell’udienza a San Pietro con i preti di Roma, mi comunicò la nomina a vescovo di Terni, volle ricordare la sua visita alle acciaierie del 19 marzo 1981.

Oggi papa Benedetto mi dice di tornare a Roma per presiedere il Pontificio Consiglio per la famiglia: ho sentimenti di profonda gratitudine nei suoi confronti e considero significativo che me lo dica mentre lui è in mezzo alle famiglie terremotate. Per me è uno stimolo a seguire le sue orme nello stare in mezzo alle situazioni problematiche, le più difficili di questo mondo.

Cercherò di obbedire e seguire fino in fondo l’insegnamento di Benedetto XVI come quello di Giovanni Paolo II, che istituì il Pontificio Consiglio per la famiglia pochi giorni prima di subire l’attentato in piazza San Pietro.

E’ un compito che richiede coraggio e audacia, fedeltà e intelligenza.

La famiglia resta infatti a fondamento della società umana , va quindi sostenuta e difesa. E alla famiglia crisitana è affidato l’alto e arduo compito di essere luce e sale di una umanità nuova secondo il Vangelo.

Stando a Terni mi verrebbe da dire che è sempre più urgente, in un mondo labile, che la famiglia sia “d’acciaio” e “inossidabile”.

Con questi sentimenti vado a Roma. San Valentino, ben prima di me, si recò a Roma per aiutare una famiglia che convertì alla fede cristiana. Erano i tempi della prima evangelizzazione. Oggi, i tempi sono diversi, ma richiedono la stessa radicalità evangelica e la stessa passione per comunicare e sostenere l’amore.

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