Dedicazione del nuovo altare del Duomo

Dedicazione del nuovo altare del Duomo

Sorelle e fratelli tutti, permettetemi, che all’inizio di questa santa liturgia ringrazi il cardinale Giovanni Battista Re per aver accolto l’invito a consacrare il nuovo altare della cattedrale di Terni e a benedirne le nuove porte.


Eminenza carissima, siamo davvero molto lieti di averla con noi. A me torna in mente un altro momento significativo: il giorno della mia consacrazione episcopale a San Giovanni in Laterano. Quel giorno Lei, assieme a Mons. Gualdrini, fu il vescovo conconsacrante e visse con noi la gioia di quel giorno. Torna ora in mezzo a noi. E ancora una volta la nostra diocesi vive con Lei un evento importante: la consacrazione di questo nuovo altare della cattedrale che vorrei, peraltro, segnasse nel calendario il nuovo giorno memoriale della sua dedicazione. E’ con grande gioia Eminenza che, ancora una volta con il mio predecessore, con tutto il clero, con le autorità della città e con tutti i fedeli, viviamo con Lei un momento significativo per la nostra diocesi. La sua presenza, mentre ci fa gustare la ricchezza della chiesa diocesana ce ne ricorda anche la dimensione universale.


Care sorelle e cari fratelli, siamo venuti in tanti, e a ragione. Perché in tanti vogliamo cantare: “Com’è dolce, Signore, abitare nella tua casa”. E, vedendo crescere la bellezza della nostra cattedrale, il nostro canto sarà ancor più forte. Sì, le parole del salmista sono per noi ancor più vere: “Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove”. Abbiamo iniziato questa santa liturgia fermandoci alle porte della cattedrale, un po’ come quei pellegrini che si fermavano alla vista della città santa- e proprio domani un gruppo di noi partirà in pellegrinaggio verso Gerusalemme – i quali cantavano: “e ora i nostri piedi si fermano davanti alle tue porte, Gerusalemme!” Lei, Eminenza, ha benedetto le nuove porte della cattedrale, scolpite dall’artista umbro, Bruno Ceccobelli. Egli dal ferro, un materiale che ben richiama il lavoro antico di questa città, ha fatto come esplodere l’intera storia della salvezza, dalla creazione all’apocalisse, con al centro Gesù e le sue parole, scolpite: “Io sono la porta, chi passa per me sarà salvo”. E noi siamo passati per questa porta, seguendo il libro dei Vangeli. Subito dietro l’evangelario seguivano le reliquie di tutti i santi della nostra diocesi. Le abbiamo raccolte assieme per deporle tra poco nell’altare. Sono i nostri santi, i nostri fratelli e le sorelle della terra di Terni-Narni-Amelia che hanno seguito Gesù sino in fondo. Deponendoli nell’altare si manifesta visibilmente la loro unione a Gesù, pietra angolare, fondamento dell’edifico santo ch’è la nostra Chiesa.


Ho voluto che l’altare fosse, appunto, di pietra, e che mostrasse anche visivamente Gesù, centro della cattedrale, centro della vita diocesana. L’artista Paolo Borghi è riuscito a far parlare di Gesù, e con incredibile forza emotiva, anche questa dura pietra pakistana. Care sorelle e cari fratelli, entrando in cattedrale sarete come attratti da questo altare: è Gesù che vi attrae, è Lui che continua a moltiplicare il pane per tutti, che continua a portarci sul monte per trasfigurarci con lui, che continua a celebra la sua santa cena con noi, che continua ad allargare le braccia, come sulla croce ma da risorto, e ci accoglie avvolgendoci con il velo dello Spirito Santo. Come vedete, l’altare è la domenica vissuta. E ci aiuta a comprendere ancor più l’esortazione di Giovanni Paolo II rivolge a tutta la Chiesa: ripartite da Cristo! Sì, ripartiamo da questo altare, ripartiamo da Cristo per “prendere il largo” nel nuovo millennio. Questo altare sta al centro della cattedrale, collocato su un dolce tappeto di marmo, disegnato dall’architetto Eugenio Abbruzzini, come per circondare il Signore con la dolcezza della nostra comunione. Amiamoci gli uni gli altri e saremo davvero la corona di Cristo. E la nuova luce – è solo l’inizio del nuovo impianto che l’ENEL-Sole sta realizzano – che fa risplendere questo duomo, ci ricordi le parole di Cristo: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.


Sì, ripartiamo da questo altare per parlare di Gesù a tutti. Al termine della celebrazione, il cardinale consegnerà ai sindaci dei comuni della nostra diocesi, che saluto di cuore per la loro presenza, il Vangelo di Marco da me commentato. Essi, primi cittadini di ogni paese, riceveranno a nome di tutti il Vangelo. Poi saremo noi che, di cuore in cuore, senza dimenticarne alcuno, continueremo la consegna di questo piccolo libro. Questa sera sarà dato anche ai seminaristi del Seminario Regionale di Assisi che quest’anno faranno la loro missione nella nostra diocesi; siano essi testimoni di Gesù soprattutto tra i giovani.


E risuonino nei nostri cuori le parole dell’apostolo Pietro: “Stringendovi a Lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione , di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo”.