XXVIII Settimana del Tempo Ordinario – sabato

Lc 12,8-12

[8]Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; [9]ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. [10]Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. [11]Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; [12]perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Chi vuol bene al Signore riconosce la sua signoria sulla propria vita, cioè segue il suo insegnamento e vive il suo amore. E’ questo che ci salva, perché ci permette di non essere schiavi di sé, delle mode e delle abitudini scontate, ma di trovare nella roccia solida del Vangelo la forza di essere più umani. Per questo chi non vive questa signoria non sarà riconosciuto come suo familiare, la sua vita cioè non parlerà dei Gesù e resterà estranea a quelli che vivono con lui, come gli angeli. E’ proprio questa mancanza di amore, cioè quello che il Vangelo chiama il peccato contro lo Spirito, che segna la differenza, e non basterà eseguire le prescrizione o essere formalmente corretti. Senza amore il cristianesimo è come svuotato, diviene esteriorità inutile e sterile. E’ sempre questo Spirito che ci dà le parole umane, ci permette di comunicare con tutta la nostra vita un amore che non finisce e ci difende davanti al pericolo di perderci davanti ad un mondo violento e disumano.