XXIX Settimana del Tempo Ordinario – martedi

Lc 12,35-38

Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; [36]siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. [37]Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. [38]E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Gesù, al ricco stolto sorpreso dalla morte, contrappone il discepolo in attesa del suo Signore. La vigilanza diviene una delle dimensioni spirituali fondamentali della vita cristiana. A chi è ripiegato su se stesso e si addormenta sulle proprie cose, viene chiesto di alzare lo sguardo e di stare in attesa del ritorno del Signore. È una beatitudine del credente: attendere il Signore. Ma il Signore ogni giorno sta alla porta del nostro cuore e bussa, come scrive l’Apocalisse. E sarà beato chi gli aprirà, perché avrà una incredibile ricompensa. Il padrone stesso diviene servo dei suoi servi; si cingerà le vesti, inviterà i servi a sedersi e passerà Lui stesso a servirli. Gesù, nell’ultima cena, fece letteralmente così. Quella sera, dopo aver preso un bacile ed un asciugatoio, si chinò a lavare i piedi dei discepoli, uno ad uno. È quanto accade a ciascuno di noi ogni volta che accogliamo il Signore nella preghiera, oppure nel servizio ai più poveri, e soprattutto nella santa Liturgia ove il Signore prepara un banchetto per nutrirci con la sua parola e la sua stessa carne.