Sinodo 2018: relazioni Circoli minori, no a “guru”, “pseudo-accompagnamento” o “manipolazione”, rispettare “coscienza” e “libertà” dei giovani

Né “guru”, né manipolatori. È l’identikit dei formatori dei giovani, così come emerge dalle relazioni dei 14 Circoli minori sulla seconda parte dell’Instrumentum laboris, presentate in Aula sinodale ieri pomeriggio e diffuse oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede. “La manipolazione non può mai essere una parte di un autentico accompagnamento”, la denuncia del Circolo anglofono moderato dal card. Joseph Coutts: “I membri del nostro gruppo – ha riferito il relatore, mons. Thomas Dowd – sfortunatamente hanno condiviso storie di questa forma di pseudo-accompagnamento”. Centrale, in questa prospettiva, risulta il tema della coscienza, “ingrediente indispensabile di ogni atto di discernimento vocazionale”, fa notare il Circolo anglofono moderato dal card. Daniel DiNardo, attraverso il relatore, mons. Robert Emmet Barron, che dichiara: “Siamo preoccupati che il linguaggio usato nel documento possa dare l’impressione che la coscienza è una questione individualistica, dipendente semplicemente dai sentimenti e dalla volontà della singola persona”, con il rischio così di scivolare nel “soggettivismo”. “L’accompagnamento di un gruppo o di una persona, che sia ministro ordinato, religioso o laico, non si improvvisa”, l’osservazione del Circolo francofono moderato da mons. David Macaire, del quale è relatore mons. Laurent Percerou. “La qualità degli accompagnatori” dei giovani “è essenziale”, osserva anche mons. Gaspard Beby Gneba, relatore del Circolo francofono moderato da mons. Bertrand Lacombe, che si fa portavoce della richiesta di inserire nel documento finale del Sinodo un capitolo destinato alla “formazione dei formatori”. Accompagnare è un verbo che per i giovani va declinato attraverso “l’accompagnamento personale e comunitario”, il rilievo di padre Bruno Cadoré, relatore del Circolo anglofono moderato dal card. Dieudonné Nzapalainga: di qui la necessità di “uno sforzo decisivo per la formazione a questo accompagnamento alla vita cristiana, individuale, in gruppo o in comunità”. “I giovani hanno bisogno di essere sostenuti, incoraggiati, indirizzati” nel discernimento vocazionale, dichiara mons. Vincenzo Paglia, relatore del Circolo italico moderato dal card. Angelo De Donatis: “Accompagnare è anche chiarire e incoraggiare, nella fiducia all’azione dello Spirito e della libertà di coloro che sono accompagnati”. Di qui “l’importanza del rispetto della libertà, che nelle nostre pratiche vocazionali non viene sufficientemente considerato con il rischio di colludere con le fragilità dei candidati a scapito dell’autenticità delle scelte”. Anche il Circolo italico moderato dal card. Ravasi, attraverso le parole del relatore, mons. Pietro Maria Fragnelli, mette in guardia dal “rischio che il direttore spirituale si sostituisca alla coscienza del giovane nel cammino decisionale”, assumendo quasi le vesti di un “guru”.

(SIR)