San Valentino 2012 – Festa della promessa

Carissimi fidanzati, care sorelle e cari fratelli,

è con grande gioia che vi accolgo per la “festa della promessa”. Ci stringiamo assieme attorno a San Valentino perché, attraverso la sua intercessione, scenda sul vostro amore la benedizione del Signore. Come voi sapete, San Valentino è vissuto a Terni nei primi decenni del Trecento dopo Cristo, ma la sua fama di protettore dei fidanzati ha traversato i secoli ed è giunta sino a noi. Fu un vescovo esemplare. Spese, infatti, la sua vita per aiutare gli altri: guariva i malati, soccorreva i poveri, era attento ai bambini ed ebbe un’attenzione particolare ai giovani. C’è un episodio che vi riguarda: due giovani, Serapia, una ragazza cristiana di Terni e un centurione romano, Sabino, si erano innamorati e volevano sposarsi. Ma c’era una grave difficoltà: lei era cristiana e lui pagano. Valentino, vista la sincerità del loro amore, li aiutò a superare le difficoltà e a prepararsi così per il matrimonio. Sopraggiunse poi un ulteriore problema: la ragazza purtroppo si ammalò gravemente. Sabino, per non staccarsi da lei, volle sposarla nonostante sapesse che la malattia gliel’avrebbe tolta. Il santo vescovo benedì il loro amore: era davvero un amore più forte della morte.
Cari fidanzati, siete venuti qui perché avete intuito che l’amore, se è tale, è per sempre. L’amore è ciò che più conta nella vita, anche in quella matrimoniale. Non siete ancora sposati e volete che l’amore tra voi non finisca. Sapete che è insidiato da tanti nemici: molti pensano che non esiste più una dimensione stabile e forte nella vita, che l’unica cosa che conta è il proprio io, i propri interessi, le proprie soddisfazioni. E’ un modo di pensare che sta avvelenando l’esistenza di tanti. La stessa crisi economica e sociale che stiamo attraversando trova la sua ragione ultima proprio in questa concezione individualistica della vita. Quando manca l’amore proliferano gli interessi di parte, quindi i conflitti, le violenze. Se si continua a pensare solo a se stessi, dimenticandosi degli altri, prevale sempre più la solitudine. Da soli però si sta male e si fa il male.
Voi siete venuti perché volete che l’amore sia saldo, che vi sorregga per tutta la vita. E chiedete a San Valentino l’aiuto. In questa festa della promessa già assaporate le parole che vi scambierete nel giorno del matrimonio: “Io accolgo te come mia sposa, mio sposo, e prometto di esserti fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, e di amarti e rispettarti per tutta la vita”. Non sono parole leggere, effimere, che passano come il vento. Sono parole che vi uniranno facendo di voi due una cosa sola. In esse c’è un senso di stabilità che dà sicurezza: l’amore è più forte dei nostri umori e più saldo delle difficoltà che incontriamo. Certo, ciascuno di voi è consapevole delle proprie fragilità e delle proprie debolezze. Ciascuno di noi è tentato dall’istinto a pensare solo a se stesso, ad amare solo se stesso.
Dobbiamo riscoprire l’amore. Dobbiamo ripartire dall’amore. Dobbiamo ripraticare la lingua dell’amore. E tutto ciò si riscopre riscoprendo l’amore di Dio, l’amore come ne parla il Vangelo. L’amore cristiano è ciò che salva dalla solitudine. L’amore evangelico infatti spinge a pensare agli altri e non solo a se stessi, a interessarsi degli altri e non solo di se stessi, ad essere attenti agli altri e non solo a se stessi. E’ questo ha fatto Gesù che è venuto non per essere servito ma per servire e per dare la sua vita per gli altri. E’ questo l’amore che rende salda la vita. E’ questa la roccia su cui dobbiamo costruire la nostra esistenza, su cui dovete costruire il vostro matrimonio.
Il brano del Vangelo parla di due case, o meglio di due modi di “mettere su casa”: uno è quello di fondarla sulla roccia, l’altro di fondarla sulla sabbia. All’apparenza sembrano due case identiche, ma se si guarda più in profondità si scopre che la differenza tra le due case è enorme. Ebbene la differenza sta nella roccia. E la roccia è l’amore cristiano che aiuta a pensare anche all’altro e quindi unisce. Possono venire i venti e le tempeste – e certamente vengono – ma questa casa regge. E’ fondata sulla roccia dell’amore che sgorga dalla Parola di Dio. E la sabbia, cos’è? La sabbia è l’amore egocentrico, l’amore che fa pensare solo a se stessi; ciascuno si chiude nel proprio piccolo orticello e si slega dagli altri. Si è vicini ma non legati, appunto come la sabbia. Basta anche una piccola tempesta perché ciascuno pensi a salvare solo se stesso abbandonando l’altro.
Carissimi fidanzati, care sorelle e cari fratelli, dobbiamo tutti riprendere a parlare la lingua dell’amore, riapprendere ad amarci gli uni gli altri, a stimarci gli uni gli altri, ad aiutarci gli uni gli altri, a perdonarci gli unni gli altri. A dirci parole di tenerezza, di amicizia, di fraternità. Come apprendere questa lingua? Qual è il manuale dell’amore? Il Vangelo. E’ su questo manuale che San Valentino apprese la lingua dell’amore. E Gesù ne è il maestro. Egli ha parlato la lingua dell’amore come nessun altro lo ha fatto, dalla nascita sino alla morte e alla risurrezione.
Cari fidanzati, quasi a voler seguire l’esempio di San Valentino, oggi vorrei regalarvi il libro per apprendere questa lingua. Si intitola: “Un anno con Gesù”. C’è un piccolo brano del Vangelo per ogni giorno dell’anno seguito da un mio breve commento che ho scritto anche per voi. Ve lo dono con tutto il cuore. Leggetelo, leggetelo assieme. Non solo vi darà le parole dell’amore, come farebbe ogni vocabolario, ma vi dona anche la forza per dirle e per viverle. Vi assicuro: se lo leggerete giorno dopo giorno sentirete crescere dentro il vostro cuore l’amore, la pace, il calore, la luce. Sì, gusterete la gioia e la forza dell’amore di Gesù. E vi renderete conto che quella casa – la famiglia – che state costruendo si radica sempre più nella roccia. Cari fidanzati, l’amore deve scendere nelle profondità dei cuori. Se consiste solo nei sentimenti superficiali, nei pensieri che vi fanno dire “mi sento”, oppure “non mi sento”, allora è sabbia. L’amore è una dimensione profonda del cuore. Possono venire i venti e le tempeste, ma il vostro amore resisterà. Anzi crescerà, si allargherà agli amici, ai poveri, a coloro che incontrerete.
Portate perciò questo libro con voi. Vi aiuterà ad amare. Ed anche a ricordarvi di me. Per parte mia, vi ricorderò nelle mie preghiere. Metterò i vostri nomi sotto le tovaglia dell’altare ove celebro la Messa e chiederò al Signore di accompagnarvi e di benedirvi. Fatemi sapere quando vi sposerete e vi invierò un benedizione particolare. San Valentino vi aiuti a perseverare sulla via dell’amore che tutti voi, anzi tutti noi, già stiamo gustando in questo giorno.