Quinta Settimana del Tempo Ordinario – giovedì

[51]In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». [52]Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte”. [53]Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?». [54]Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “E’ nostro Dio!”, [55]e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. [56]Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». [57]Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». [58]Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». [59]Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Il Signore vuole donare agli uomini la vita piena, cioè la vita che non finisce con la morte, ma incontra resistenze e opposizioni. Essi preferiscono la vita abituale, sottomessa alla dura legge della morte, pur di non sconvolgere la loro tranquilla normalità. E’ la stessa cecità con cui tanti uomini anche oggi guardano con diffidenza e ostilità all’offerta generosa che il Signore fa a ciascuno di una vita diversa, più umana e piena di significato, se abbandonano il modo di pensare triste e scontato con cui sono abituati a vivere. Duri come pietre sono questi modi di fare, con i quali allontaniamo da noi il Signore scagliandoli contro tutto ciò che ci parla della nuova legge di misericordia, perdono, amore che il Vangelo è venuto a portare. Sono i pezzi di un cuore sclerotico e pesante che la vita ci porta via uno alla volta, lasciandoci duri ed aggressivi contro Gesù, costretto ad allontanarsi da noi.