“Il nostro no all’aborto è totale”

di Andrea Tornielli

La Pontificia Accademia per la Vita ha 45 nuovi membri ordinari, nominati da Papa Francesco. Il ricambio non è avvenuto senza polemiche, a motivo dell’inclusione nella lista dei nuovi membri di un teologo moralista anglicano, il professor Nigel Biggar, docente di Teologia morale e pastorale a Oxford. All’indomani della nomina il Catholic Herald ha ricordato un dialogo di Biggar con il filosofo Peter Singer, avvenuto sei anni fa, nel corso del quale il nuovo membro dell’Accademia per la Vita ha detto: «Sarei propenso a tracciare una linea per l’aborto a diciotto settimane dopo il concepimento, che è più o meno il primo periodo in cui c’è qualche evidenza di attività cerebrale, e quindi di coscienza». Vatican Insider ha rivolto alcune domande all’arcivescovo Vincenzo Paglia, che presiede l’Accademia.

Perché è stato nominato il professor Biggar?  

«La candidatura del professor Biggar è stata avanzata direttamente dal primate della Chiesa Anglicana, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, cui è stato chiesto nei mesi scorsi di segnalare un suo rappresentante. La polemica è nata in seguito al rinvenimento di una frase di Biggar in una intervista del 2011 in cui si dichiara propenso – di fronte ad un abortista violento – a limitare l’aborto entro la diciottesima settimana dopo il concepimento, al fine – e cito esattamente le sue parole – di mantenere un forte impegno sociale per preservare la vita umana in forme ostacolate, e di non fare diventare troppo “casuale” l’uccidere la vita umana. Questa non è certo né la posizione mia personale e tanto meno dell’Accademia. Va però aggiunto che Biggar, che abbiamo ricontattato in questi giorni, non solo mai ha pubblicato nulla sul tema dell’aborto – la sua specializzazione è infatti sui temi del fine vita dove ha una posizione assolutamente coincidente con quella cattolica – ma ha anche assicurato che non intende entrare in futuro nel dibattito su questo tema».

Lei conosceva quel dialogo con Singer?  

«No, non conoscevo quella frase nell’intervista del 2011. Ma vorrei ripetere che Biggar non ha mai scritto nulla sul tema dell’aborto».

Il rifiuto dell’aborto, a qualsiasi stadio della gravidanza, rimane immutato?  

«Certamente sì. Assolutamente sì. Sarebbe sciocco anche soltanto pensare a un cambiamento. La Pontificia Accademia per la Vita, ricorda il nuovo Statuto firmato da Papa Francesco, ha come fine “la difesa e la promozione del valore della vita umana e della dignità della persona” attraverso lo studio, la formazione e l’informazione (art. 1). Noi perciò siamo a servizio e a difesa della vita, dal primo istante del suo concepimento all’ultimo respiro. Nulla e nessuno farà mai cambiare questo chiaro orientamento. Semmai andremo ovunque per convincere il maggior numero possibile. In questo senso anche l’Accademia è chiamata “ad uscire”. Ovviamente senza sminuire in nulla il prezioso bagaglio che le appartiene. Saremo sempre, lo voglio ripetere ancora una volta, contro ogni pratica abortiva. E vogliamo coinvolgere sempre più personalità in questa battaglia. C’è bisogno di allargare sia le persone che le battaglie: le grandi questioni che segnano il nostro tempo vanno affrontate insieme, guadagnando pazientemente il massimo consenso possibile. L’Accademia – con tutti i suoi, vecchi e nuovi, è decisa nel difendere e promuovere la vita umana in tutte le sue fasi e in qualsiasi condizione. La vita è degna di per sé».

Che significato hanno le nomine dei giorni scorsi?  

 «I 45 accademici nominati da Papa Francesco sono scienziati eccellenti che provengono da 25 paesi del mondo e che rappresentano, al massimo grado possibile, le diverse discipline che oggi devono convergere per creare una cultura della vita che risponda alle grandi sfide di un mondo globalizzato, iper-tecnologizzato e segnato da insostenibili disuguaglianze. Diversi dei nominati avevano già fatto parte dell’Accademia. Ad essi, secondo una precisa indicazione di Papa Francesco che mi ha chiesto di attivare un “dialogo cordiale e fattivo con altri Istituti scientifici e Centri accademici, anche in ambito ecumenico o interreligioso, sia di ispirazione cristiana che di altre tradizioni culturali e religiose” (15 agosto 2016), è stato aggiunto qualche scienziato appartenente ad altre confessioni cristiane o ad altre religioni e tradizioni culturali: ricordo solo il Premio Nobel per la Medicina Shinya Yamanaka. Il Papa ha nominato anche cinque membri onorari che rappresentano la storia preziosa dell’Accademia che non va dimenticata anche in questa nuova stagione: la vedova del professor Lejeune, fondatore dell’Accademia; i Presidenti emeriti (il cardinale Sgreccia, il professor Vial Correa, monsignor Carrasco de Paula) e il cardinale Caffarra».

Quando saranno designati i nuovi membri corrispondenti e giovani dell’Accademia?  

«Lo Statuto prevede che la nomina degli altri due collegi di accademici spetti al Consiglio direttivo che sarà nominato dal Papa nei prossimi giorni e che provvederà, subito dopo a tale adempimento. In poche settimane credo che l’Accademia – finalmente completa – potrà iniziare il suo lavoro. Sono lieto che ci sia un gruppo di giovani ricercatori – una novità voluta da Papa Francesco – per poter aiutare la crescita di nuove generazioni di scienziati e studiosi che sappiano affrontare le grandi questioni della vita».

 Cosa aspetta l’Accademia dopo queste nomine?  

«Potremo finalmente lavorare a pieno regime! Già in questi mesi abbiamo individuato alcuni temi particolarmente urgenti che sono già presenti anche nelle pagine dei quotidiani nazionali. Ad esempio, la questione del genoma umano, il rapporto cervello-coscienza, il fine vita… E abbiamo inaugurato un progetto mondiale dedicato alle cure palliative – denominato PALLIFE – per cui prevediamo un evento importante nel prossimo febbraio a Roma preceduto da incontri regionali nei diversi continenti. Soprattutto però celebreremo a Roma, dal 5 al 7 ottobre prossimi, la nostra Assemblea Generale che sarà aperta da Papa Francesco sul tema cruciale: “Accompagnare la vita. Nuove responsabilità nell’era tecnologica”. Speriamo già la prossima settimana di rendere pubblico l’intero programma che avrà, come sempre, un momento aperto al pubblico, che mi auguro particolarmente numeroso: le questioni sono decisive, dobbiamo affrontarle insieme!»

(da Vatican Insider – La Stampa)

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