La tecnica mette a rischio la qualità della vita

Con il discorso di Papa Francesco si è aperta oggi l’Assemblea Generale dei membri della Pontificia Accademia per la vita sul tema: “Accompagnare la vita. Nuove responsabilità nell’era tecnologica”. Al microfono di Federico Piana,  mons. Vincenzo Paglia, presidente del dicastero, spiega il perché del tema scelto quest’anno:

“Il titolo si è scelto per due motivi. Uno, perché è il primo Congresso dopo il rinnovamento della Pontificia Accademia per la Vita voluto da Papa Francesco: perché è indispensabile di fronte alle nuove grandi sfide che si presentano all’orizzonte dell’intera umanità, un impegno ancora più attento da parte della Pontificia Accademia. Due, perché tra i problemi più gravi che dobbiamo oggi affrontare per un verso c’è l’avanzamento enorme della tecnica e della scienza che ormai invade in qualche modo il cuore stesso della vita umana. La tecnica ha tale potenza di intervento nel Dna, nel genoma e così oltre, da porre a rischio, la stessa qualità della vita e della persona umana. Ecco perché il titolo accompagnare alla vita, in questo momento di grande impulso della tecnica, vuol dire che la tecnica deve essere accompagnata da una prospettiva umanistica. Ed ecco perché allora non si parla solamente della vita in astratto ma della vita nelle sue diverse fasi che tuttavia deve essere accompagnata dall’amore, dall’affettività, dal rispetto, dalla dignità di ogni singola persona umana”.

Accompagnare in che modo concretamente? E la Chiesa cosa in questo cosa può dire?

“L’accompagnamento consiste in questo. Cioè, primo: evitare che l’uomo sia ridotto ad una macchina o ad un gioco di molecole. La persona umana è un soggetto che è nel cuore stesso della creazione e questo richiede tutta quella attesa di affettività, di tenerezza, di compagnia, di vicinanza umana che deve riguardare la persona da quando sta nel grembo della mamma sino all’ultima fase della sua vita sulla terra.Ecco perché la vita è come un prisma. Quindi vuol dire che tutte le scienze, debbono essere coinvolte nella compagnia della persona umana e la Chiesa ha nel suo profondo un tesoro di sapienza umana incredibile. Non dimentichiamo quello che Paolo VI diceva: la Chiesa esperta in umanità. Io credo che oggi di fronte ai grandi sviluppi della scienza e della tecnica la Chiesa ha la grande chance di poter essere a servizio della persona umana, della società umana. La nuova Accademia, che ha anche  membri non appartenenti alla Chiesa, sceglie di trovare amici, di trovare compagni di strada per aiutare l’umanità intera a vivere una migliore qualità della vita”.

(Radio Vaticana)