XXVIII Settimana del Tempo Ordinario – venerdi

Lc 12,1-7

1]Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia.  [2]Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.  [3]Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. [4]A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. [5]Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. [6]Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. [7]Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri.

Molta gente si raccoglieva attorno a Gesù; erano migliaia, scrive Luca, tanto da “calpestarsi a vicenda”. Coloro che accorrevano avevano un grande bisogno di conforto e di speranza, e in Gesù trovavano una risposta. Non così i farisei i quali, soddisfatti di se stessi, non riconoscevano a Gesù alcuna autorevolezza sulla loro vita. Erano convinti di non aver bisogno di lui. Ebbene, Gesù mette in guardia i discepoli e la folla da questo spirito farisaico di autosufficienza. Il Vangelo è per tutti, va quindi predicato “sui tetti”, anche se questo può costare rifiuto e opposizione. Gesù lo sperimentava già su di sé; e avvertiva i discepoli che sarebbe accaduta la stessa cosa anche a loro. Ma non bisogna perdersi di coraggio e tanto meno temere coloro che possono uccidere il corpo, ma non il cuore. Quelli che uccidono il cuore, invece, sono da fuggire perché, strappando l’anima dal Vangelo, tolgono senso alla vita. Il Signore, che è padre della vita, difenderà i suoi figli e non permetterà che nessuno perisca. Questa fiducia è l’eredità che ci lasciano i tanti martiri (pensiamo a quelli del Novecento) affinché anche noi viviamo un amore che non conosce limiti.