XXI Settimana del Tempo Ordinario – mercoledi

In quel tempo Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:”Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!”.

Gesù si scaglia contro i farisei, uomini religiosi e scrupolosi nell’osservare le prescrizioni della religione ebraica. Eppure tanto zelo maschera il vuoto interiore che diventa morte spirituale. Il Vangelo infatti non può essere solo una pia copertura esteriore, ma deve invadere il nostro cuore e trasformarlo, perché tutta la nostra vita venga come resuscitata dalla morte di sentimenti freddi e atteggiamenti duri e insensibili verso gli altri. E’ facile infatti a volte diventare giudici degli altri per prendere le distanze da chi ai nostri occhi sbaglia. Chi fa così però nasconde la propria debolezza e il bisogno di essere sostenuti ed aiutati dal Signore per essere migliori.  Sentirsi giusti ci rende disumani, riconoscersi deboli e bisognosi ci fa assumere l’atteggiamento del discepolo che ha bisogno del Signore, l’unico ad avere “parole di vita eterna”.