Terremoto, “quelle che scavano sono mani divine”

“C’è un mistero del male che ci sovrasta. In questi momenti emerge, nella sua crudezza, un male che, io vorrei dire subito, trova Dio, contro, in una maniera decisa. Ecco perché la domanda che possiamo anche farci, se la fece anche Gesù …..perché mi hai abbandonato ? Però questa domanda, dobbiamo dire, oggi ha una risposta:che l’amore, comunque, non abbandona. Poi c’è un’altra domanda, gli uomini, anche quelli più lontani, che cosa hanno fatto per prevenire, per evitare,per aiutare la vita umana e la vita del creato ad essere più solidale? Questa è un’altra domanda che, credo, questo evento, come tutti gli altri, ci pone con urgenza perché quello che è accaduto non passi via. Ecco perché quella medaglia d’oro si può stagliare come una stella che non tramonta”.

Lo ha affermato, Mons. Vincenzo Paglia, vescovo emerito della diocesi di Terni-Narni-Amelia, ospite della trasmissione televisva “L’Estate in diretta”, ieri pomeriggio, interamente dedicata  al dramma delle popolazioni terremotate del Lazio e delle Marche.  Per quel che riguarda la medaglia d’oro, il riferimento era al vigile del fuoco che ha salvato la vita di una delle due sorelline, travolte dalle macerie della loro casa, Giorgia di 5 anni,  ma non è riuscito a salvare la vita di Giulia, 10 anni, alla quale ha scritto una lettera in cui le chiedeva scusa per essere arrivato tardi. “Io sono commosso – ha aggiunto Mons. Paglia – da queste parole che sono parole d’oro e meritano esse stesse una medaglia perché rappresentano tutte quelle mani sante che in questi giorni e in queste notti hanno continuato a scavare. Penso che un riconoscimento il Presidente può darlo perché premia un’Italia straordinaria, un’Italia bella,  che in momenti drammatici come questi dà il meglio di sè.

Se mi è permesso di usare un’immagine direi che le mani di Andrea (il vigile del fuoco, n.d.r.) come le tante altre migliaia di mani , sono quelle stesse di Dio, non sono solo le loro. Quelle mani sono mani divine perché hanno aiutato il Signore a stare accanto a tutti e laddove le nostre mani non sono arrivate, ha ragione Andrea a dire che le mani di Dio hanno raccolto quella ragazza e sta in cielo, e dall’alto, certamente, è una stella che non tramonta né nella sua vita, né nella vita dell’Italia intera. Credo che tutte le vittime, le persone che non ci sono più, stanno guardando l’animo bello e solidale di questa Italia che in questo momento agli occhi del mondo rappresenta una umanità, generosa, bella, quella che riesce a salvare anche laddove non riusciamo”.

“In questi giorni – ha affermato ancora Mons.Paglia – insieme al dramma viviamo la speranza di ricostruire – certo Amatrice –  ma , io credo, che dobbiamo ricostruire anche il Paese; questo è un messaggio importante da cogliere: la cronaca  drammatica, piena però di pietre preziose, ci chiede uno scatto comune a tutti”.

Mons Paglia ha poi voluto rendere omaggio al vescovo di Ascoli Piceno, Mons. Giovanni D’Ercole, che era in collegamento: “vorrei dirti che il tuo modo di stare insieme al tuo popolo è un grande esempio per tutti: per noi vescovi, per noi credenti e anche per tutti gli altri perché hai ragione – quel che conta , anche nei momenti più drammatici, anzi soprattutto allora – è quell’abbraccio che tu oggi simbolicamente, nella liturgia, hai voluto dare a tutti i parenti e anche, in qualche modo, a quelle bare. Io ti ringrazio tanto , Don giovanni, perché davvero sei stato una luce per tanti, grazie di cuore e  un abbraccio a te che ne hai davvero bisogno”.

L’ex vescovo di Terni ha poi ricordato che il 18 settembre in tutte le parrocchie d’Italia si raccoglieranno fondi per le zone colpite dal terremoto: “per stare vicino a questa popolazioni e per fare presto”.

(da Terninrete)