Introduzione all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la vita

Eminenza, Eccellenze, Onorevoli accademici,

si apre oggi ufficialmente la XXIII Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita. Il numero dice subito una storia lunga e ricca, generata dall’intuizione del servo di Dio Jerome Lejeune (grazie Madame Lejeune per la sua presenza che ci ricorda l’opera scientifica di suo marito) che fu accolta e realizzata da San Giovanni Paolo II nel 1994 e fu portata avanti sotto le presidenze del professor Correa (la cui età avanzata non gli consente più di essere presente fra noi), del Cardinal Sgreccia (benvenuto, Eminenza!), di Mons Fisichella e di Mons Carrasco che, naturalmente, è qui con noi oggi.

Questa XXIII è però, al contempo, un’Assemblea particolare, in quanto è la prima volta che l’Accademia si riunisce dopo la pubblicazione del nuovo Statuto, firmato da papa Francesco il 18/10/2016 e la conseguente nomina dei suoi componenti.

Il nuovo Statuto, la cui elaborazione era stata avviata durante la precedente Presidenza, credo offra a tutti due importanti considerazioni:

  1. Anzitutto il Papa, mettendo mano all’Accademia, ne riconosce il valore e l’urgenza e, per questo, la riorganizza. La sua indicazione autorevole ci spinge a un impegno particolarmente generoso, come istituzione e come singoli accademici. La questione della vita umana, assunta nella sua complessità, chiede, oggi forse più di prima, di essere affrontata, custodita, proposta.
  2. Il cambiamento voluto da papa Francesco è secondo la duplice logica dell’allargamento e dell’approfondimento. La novità non sta certamente in una mutazione dell’oggetto proprio delle attività dell’Accademia, né della dottrina cattolica da cui nasce, quanto piuttosto nella necessità di porre la buona notizia del Vangelo sulla vita umana in dialogo con la cultura contemporanea e con le sfide che continuamente essa pone. Non possiamo più semplicemente ripetere astrattamente una dottrina, per quanto corretta, quanto piuttosto offrire, grazie a essa, un contributo all’attuale condizione umana. Per questo dobbiamo approfondire i temi e allargare il novero degli interlocutori, non avendo paura di dialogare, rispettosamente e francamente, con chi pensa diversamente da noi e da cui possiamo ricevere nuovi elementi per la nostra riflessione. Voglio oggi ringraziare in modo particolare gli accademici che appartengono ad altre confessioni cristiane, ad altre tradizioni religiose e culturali: la loro presenza testimonia il comune desiderio di servire la vita umana e la possibilità concreta di camminare insieme.

Le tre più grandi novità del nuovo Statuto, credo possano essere ben comprese dentro questa cornice:

  1. l’abolizione della carica a vita dei membri ordinari vuole favorire un saggio avvicendamento di presenze, volto a rendere più dinamica l’Accademia, pronta a rispondere alle esigenze dei tempi, attenta a coinvolgere le diverse aree geografiche del pianeta.
  2. La connessione strutturale dell’Accademia con il Dicastero peri Laici, la Famiglia e la Vita e con il Pontificio Istituto teologico per le scienze del matrimonio e della famiglia (rappresentati nel direttivo rispettivamente da Mons Carlos Simon Vazquez e Mons Pierangelo Sequeri, che ringrazio e saluto), iscrive la questione della vita nel più ampio solco della questione antropologica. Nell’orizzonte di una tale riflessione antropologica, risulta oggi di importanza decisiva l’alleanza uomo-donna e il collegato riferimento alla corporeità (sessuata: maschile e femminile). In questa prospettiva anche le questioni proprie della bioetica vengono situate in più articolato contesto e assumono un nuovo respiro.
  3. La costituzione del gruppo dei giovani accademici (su cui ci riferirà sabato mattina il responsabile don Roberto Colombo) è un segno di speranza e di investimento sul futuro potente e sfidante: il confronto con le giovani generazioni (in questo caso di ricercatori) è via privilegiata per mettersi in dialogo con le istanze più forti del mondo contemporaneo.

Sogno, non lo nego, un’Accademia che sia davvero luogo di confronto e di fermento, laboratorio di idee e di processi, fucina di riflessioni profonde e innovative, che corrono nel solco della verità. Vogliamo così alimentare la carità che ogni credente e ogni uomo e donna di buona volontà è chiamato a esprimere nei confronti della società umana e di ogni individuo, soprattutto i più poveri, i più piccoli, quelli che sono stati messi ai margini del mondo.

L’anno trascorso tra la pubblicazione del nuovo Statuto e la celebrazione di questa assemblea è stato ricco di eventi e di atti significativi.

Va ricordata anzitutto la nomina da parte del Santo Padre di 5 membri onorari e 45 membri ordinari, nonché quella del Direttivo che siede oggi con me e con Mons Pegoraro, Cancelliere dell’Accademia, sul tavolo della Presidenza. A questo atto sono seguiti, di conseguenza, la nomina di 90 membri corrispondenti e 13 giovani ricercatori.

Anche l’ufficio centrale dell’Accademia si è arricchito di nuove figure che avrete modo in questi giorni di conoscere e apprezzare.

Voglio ricordare in modo particolare cinque eventi che hanno coinvolto direttamente l’Accademia in questi mesi:

  • Il 16-18 novembre 2016, a Padova, si è svolto il III Congresso sulle cellule staminali, organizzato dall’Università di Padova in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita. Ampia e qualificata partecipazione, con presentazioni molto interessanti.
  • Alla fine di gennaio ho partecipato a Dallas, con una delegazione dell’Accademia, al XXVI Workshop dei vescovi americani sulla bioetica, organizzato dal NCBC e intitolato quest’anno Healing Persons in a Wounded Culture. Grazie Dr Haas per il suo invito e più ancora per questa iniziativa che sarebbe bello riproporre anche con altri episcopati nel mondo.
  • Il 30 marzo 2017, presso la sede centrale della nostra Pontificia Accademia si è svolto l’incontro ed invito promosso dalla Fondazione Maruzza, insieme alla Pontificia Accademia per la Vita, dedicato al tema, “Defining the essence of palliative care for older people, religions together”. Ciò ha portato alla Carta delle religioni per le cure palliative degli anziani.
  • Nei giorni 23-24 settembre 2017 una delegazione della PAV, me compreso, si è recata in India (Kochi, Kerala) per presenziare all’Assemblea Generale della Catholic Health Association of India (CHAI) e successivamente (25-27 settembre) per partecipare alla cerimonia inaugurale del nuovo Anno Accademico dell’Istituto Teologico per gli Studi su Matrimonio e Famiglia “Giovanni Paolo II”. In particolare, nella parte del viaggio dedicata al CHAI, oltre alla lecture inaugurale da me offerta, è stato presentato il Progetto PAL-LIFE organizzato dalla nostra Accademia, ed è stata promossa la partnership, nella forma di un Memorandum of Understanding, tra il CHAI e Pallium India.
  • Ricordo infine che sono stati pubblicati gli Atti della XXII Assemblea Plenaria, 3-5 marzo 2016 “Virtues in the Ethics of Life”, che voi membri troverete nelle vostre borse.

Il progetto PALLIFE appena nominato è il primo frutto maturo di una serie di altri progetti di studio che sono stati avviati in questi mesi, grazie anche ai suggerimenti e alla passione di alcuni di voi. Sabato mattina ce ne parleranno la dr.ssa Comoretto della Sezione Scientifica e p. Carlo Casalone, membro corrispondente che sta collaborando da qualche settimana quotidianamente con il nostro ufficio centrale.

La nascita del nuovo sito internet e di un profilo twitter, così come la mostra con i Musei vaticani che inaugureremo domani, sono infine i primi frutti di un rilancio del decisivo aspetto comunicativo che deve certamente impegnare l’Accademia nei prossimi mesi. Anche su questo avremo una breve comunicazione sabato mattina del nuovo coordinatore di Segreteria, don Andrea Ciucci.

Purtroppo quest’anno è stato foriero anche di fatti luttuosi: voglio quest’oggi ricordare con voi il professor Daniel Serrao, scomparso l’8 gennaio scorso all’età di 88 anni, tra i primi accademici nominati da San Giovanni Paolo II; come tutti sappiamo è poi recentemente scomparso il cardinale Carlo Caffarra, nominato da papa Francesco membro onorario dell’Accademia. L’avevo sentito pochi giorni dopo la nomina e mi aveva detto tutta la sua contentezza e gratitudine per questo ulteriore coinvolgimento. Sarà, fra qualche minuto, Mons Sequeri, che gli è succeduto nell’incarico di Preside del Giovanni Paolo II, a commemorarne ufficialmente la figura.

Iniziamo oggi questa Assemblea generale con il cuore carico di aspettative e di responsabilità, spero soprattutto con passione e un pizzico di audacia.

Voglio dirvi sin d’ora il mio grazie più sincero per la vostra presenza, la vostra vita accademica e professionale, il vostro mettervi in gioco per la vita di ogni uomo e donna della terra.

Grazie e buon lavoro!