Il caso Charlie Gard

La vicenda del piccolo bambino inglese Charlie Gard e dei suoi genitori colpisce tutti noi per il carico di dolore e di speranza che ci consegna. Siamo vicini a lui, a sua mamma, a suo papà e a tutti quelli che, fino a oggi, lo hanno curato e hanno lottato con lui. Per loro, e per quanti sono chiamati a decidere del loro futuro, innalziamo al Signore della vita una preghiera perché “nulla vada perduto” (Gv 6,12).

La Conferenza Episcopale Cattolica di Inghilterra e Galles ha oggi emesso un comunicato che anzitutto riconosce la complessità della situazione, il dolore straziante dei genitori, la ricerca del bene per Charlie messo in campo da tutti i soggetti coinvolti. Il testo ribadisce inoltre che non si può mai porre in essere alcun gesto che metta fine intenzionalmente a un’esistenza umana (compresa la sospensione della nutrizione e dell’idratazione), ma che purtroppo vanno riconosciuti anche i limiti di ciò che si può fare, certo dentro un servizio all’ammalato che deve continuare fino alla morte naturale.

La domanda corretta che va posta in questo e in ogni altro caso purtroppo simile è: qual è il bene per questo ammalato? Dobbiamo compiere ogni gesto che concorra alla sua salute e insieme riconoscere i limiti della medicina, per cui, come ricorda l’Enciclica Evangelium Vitae al numero 65, va evitato ogni accanimento terapeutico sproporzionato o troppo gravoso. Inoltre va rispettata e ascoltata anzitutto la volontà dei genitori e, al contempo, è necessario aiutare anche loro a riconoscere la peculiarità gravosa della loro condizione, tale per cui non possono essere lasciati soli nel prendere decisioni così dolorose; quando l’alleanza terapeutica tra paziente (in questo caso i suoi genitori) e medici si interrompe, tutto diventa più difficile e ci si trova obbligati a percorrere l’estrema ratio della via giuridica, con i rischi di strumentalizzazioni ideologiche e politiche sempre da evitare e di clamori mediatici talvolta tristemente superficiali.

Caro Charlie, cari genitori, noi preghiamo per voi e con voi.

 

Città del Vaticano, 28 giugno 2017