“Lascerei alle autorità l’ultima parola”. Così mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha risposto alle domande dei giornalisti sul Coronavirus, a margine della presentazione, in sala stampa vaticana, del workshop e della Assemblea della Pontificia Accademia per la vita sul tema “The ‘good’ Algoritm? Artificial Intelligence: Ethics, Law, Health”, in programma nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano domani e dopodomani. Interpellato su come stia personalmente vivendo questo periodo di emergenza sanitaria, Paglia ha rivelato: “Io sento un eccesso di fobia e di paura. Ritengo importante, invece, riconoscere la serietà del problema, ma al tempo stesso evitare di cadere in una spirale che ci paralizzi e che è ben lontana dall’effettivo pericolo”. Per il presule, inoltre, “è auspicabile evitare un’alterazione ben più forte di quella che sta provocando il famoso virus: il ‘virus’ dell’individualismo narcisista, che sta sgretolando la nostra convivenza sociale”. Quanto alla possibilità che il Coronavirus scompagini gli impegni di ogni giorno, Paglia ha risposto: “La mia agenda è rimasta invariata”.